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Nubifragio a Palermo. Cosa è successo? Prof Noto: “non è un problema di drenaggio urbano”

Nubifragio Palermo. La storia si ripete è vero. I Palermitano sanno che basta un acquazzone e le solite zone della città si allagano, da anni, da decenni. Ma stavolta a Palermo è finita in tragedia: due i morti, molti gli automobilisti soccorsi nei sottopassi e negli avvallamenti stradali, mentre i vigili del fuoco sono al lavoro per tirare fuori dal fango le auto abbandonate dagli automobilisti che si sono messi in salvo a nuoto, come mostrano le immagini agghiaccianti di video amatoriali girati dai residenti dell’area più colpita, viale Regione siciliana, la circonvallazione sud di Palermo.

Perché il sistema fognario non ha retto?
Le opere idrauliche vengono progettate secondo i “tempi di ritorno”.
Senza scendere troppo nel tecnico vi possiamo assicurare che oggi anche la miglior opera fognaria progettata in ambito urbano sarebbe collassata e non avrebbe retto una tale quantità d’acqua che si è riversata sulle strade in cosí poco tempo.
In queste due ore è caduta talmente tanta pioggia che ci ritroviamo nell’intervallo temporale compreso tra i 100 e 200 anni come tempo di ritorno.
In ambito cittadino difficilmente si progetta secondo tali criteri, generalmente ci si ferma a 50 anni.

Valerio Noto, Professore Associato di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia, esperto in Cambiamenti climatici, Mappatura della pericolosità, Previsione delle piene fornisce su Facebook una prima più tecnica e analitica spiegazione di cosa è accaduto su Palermo.

Nubifragio a Palermo: L’esperto

La città di Palermo è stata oggi soggetta a una precipitazione “estrema”: circa 120 mm in due ore e circa 70 mm in un’ora.

I tempi di ritorno per entrambe le durate sono ampiamente superiori ai 100 anni e perciò assolutamente non compatibili con il sistema di drenaggio urbano.

Fatta questa dovuta premessa sull’eccezionalità dell’evento è doveroso sottolineare che da anni sia dal punto di vista della ricerca che della didattica cerchiamo di promuovere la cultura della PREVISIONE e della PREVENZIONE di eventi idraulici come quello che oggi ha colpito Palermo.

Ai convegni vediamo spesso implementazione di sistemi di preallertamento precoce (early warning) che bloccano l’accesso a sottopassaggi e avvertono i cittadini del rischio che possono correre. 

E’ vero che c’è una difficoltà oggettiva della meteorologia a prevedere dal punto di vista quantitativo eventi estremi come quello odierno; nello specifico si sapeva che temporali sparsi erano probabili ma forse nessun modello aveva previsto poco meno di un centinaio di mm in un paio d’ore.

Non si sarebbe potuto evitare l’allagamento della circonvallazione (ripeto non è un problema di drenaggio urbano) ma forse i danni potevano essere limitati.

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A proposito dell'autore

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5 Risposte

  1. Giovanni

    Cultura della previsione e della prevenzione relegata nella convegnistica e senza attuazione concreta. Risultato: due persone morte.
    In questo Paese ciò che è utile per la collettività spesso rimane sulla carta.

  2. Roberto

    non mi pare la prima volta che i sottopassi di viale regione si allagano, allora la mia semplice domanda è: ci sono o no delle pompe idrovore adeguate nei sottopassi che scattano in caso di allagamento o no? e se no, perchè?

  3. Davide

    Il collettore fognario di Via Leonardo da Vinci è stato progettato con capacità inferiore rispetto a quella attualmente necessaria ed è una cosa risaputa, la quantità eccezionale di pioggia ha fatto il resto. I tempi di ritorno non c’entrano, per realizzare opere come ponti, acquedotti e fognature si calcolano 150 anni come tempi di ritorno, i 50 anni sono quelli di un condominio.

  4. Alberto

    Solo per correttezza ma non risulta siano decedute persone!

  5. gianni

    Un buon lavoro, era stato iniziato, era un buon progetto, la sopra elevata che non fu più realizzata! Quella è un’opera da portare avanti. Una mia opinione personale.