“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”, recita così il primo articolo della Costituzione Italiana. Spesso proprio queste parole riecheggiano in concomitanza con il 1° maggio. Di quella festa che vedeva il lavoratore al centro, ora rimane quasi nulla. E il Covid-19 c’entra marginalmente, o almeno è solo aggravante di un efferato omicidio già compiuto.
Ad oggi in Italia per colpa del Covid-19 si sono cancellate all’incirca 60mila possibilità di trovare lavoro, tra stage, tirocini e altri tipi di prestazioni lavorative, con la pandemia è diventato più difficoltoso trovare un contatto tra azienda e lavoratore. Mentre un milione di posti di lavoro è ancora in bilico. Questi sono i due numeri simbolo forniti dall’Istat.
Il tasso di disoccupazione tra i giovani in Italia al momento si aggira attorno al 33%. Ovvero 1 su 3(un giovane che forse la pensione non la vedrà mai). Nell’ultimo mese c’è stato un aumento del 1,1% sulla percentuale di giovani italiani disoccupati.
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L’Italia è una Repubblica fondata su stage e sfruttamenti: 1 giovane su 3 disoccupato
Se la possibilità di trovare lavoro prima della pandemia avveniva grazia a stage, tirocini e formazione, che in realtà erano solo un modo per nascondere lo sfruttamento dietro l’angolo, adesso neanche quelli ci sono più. Secondo un sondaggio della Repubblica degli Stagisti, sito specializzato in battaglie contro lo sfruttamento, ci sono tra i 150mila e i 200mila stagisti ogni anno. Anche se è difficile identificare un numero preciso.
Di fatto nessuno conta questi stage o li sorveglia: non vi sono rilevazioni regionali o nazionali, non c’è un monitoraggio del Ministero dell’Istruzione. Niente. Eppure si tratta di una attività importantissima per i giovani, soprattutto gli studenti universitari e gli allievi di corsi di formazione post-diploma e post-laurea.
Il Governo italiano sull’emorragia di possibilità lavorative ha trovato una sola possibile cura: il Recovery Plan. In merito il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha dichiarato: ” Con il rimbalzo dell’economia potremo recuperare quella cifra di dsoccupati dalla pandemia. E andare anche oltre”. Sarà la volta buona?