Una selezione dei migliori film italiani da cui scegliere per un weekend in solitaria, in due o in famiglia. Titoli tra i migliori degli ultimi anni, firmati da registi come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e Gabriele Mainetti. Trovate Il traditore con Piefrancesco Favino nei panni del pentito Buscetta e i cannibali di Bones and All, il “canaro” di Dogman, i supereroi di Freaks Out e la banda imperdibile della trilogia di Smetto quando voglio.
I migliori film italiani da vedere in streaming
Dogman di Matteo Garrone
È uno dei film più riusciti di Matteo Garrone. Il regista di Gomorra sceglie Marcello Fonte per interpretare il “canaro” della Magliana, un assassino che negli anni Ottanta ha segnato la cronaca del nostro paese. Fonte ha vinto la Palma come miglior attore a Cannes e l’EFA (Oscar Europeo) grazie al ritratto dell’“omicida dal cuore gentile”. E pensare che il regista, in attesa di girare il complesso Pinocchio, si è messo a dirigere un film low budget, come ai vecchi tempi, asciutto e duro. Il risultato? Un cult.
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È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
È il film più personale del regista de La grande bellezza: c’è la sua Napoli, l’elaborazione di un lutto (Paolo perse i genitori per un incidente domestico), la passione per il cinema, Antonio Capuano (il regista che ha spronato Sorrentino a fare questo mestiere) e la passione per Maradona. Un salto indietro nel tempo emozionante, nostalgico e a tratti surreale.
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Bones and All di Luca Guadagnino
È il miglior film di Luca Guadagnino. Lo scorso hanno ha sconvolto e sedotto il pubblico e la giuria della Mostra del Cinema di Venezia che lo ha premiato con il Leone d’Argento per la migliore regia. La bravissima Taylor Russel invece ha ritirato il Premio Mastroianni. Il film si sarebbe meritato almeno una candidatura agli Oscar come miglior film, per la regia e i due attori protagonisti. Thimotée Chalamet veste i panni del giovane Lee, un cannibale che si innamora dell’adolescente Marven (Russel appunto). Se non lo avete visto è tutto vostro. Per stomaci duri e romantici evoluti.
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Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out di Gabriele Mainetti
È il titolo che ci ha fa capire come i film di supereroi possono essere prodotti anche dalle nostre parti. Certo, non siamo di fronte agli spettacolari cinecomic Marvel, ma il supereroe sbagliato di Gabriele Mainetti ha quel tocco malinconico che lo rende unico. Poi è arrivato Freaks Out, sempre del regista romano, un’evoluzione di Lo chiamavano Jeeg Robot, che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel mezzo di una pandemia. Vi consigliamo vivamente di guardare anche questo titolo. Anche se al cinema è tutt’altra storia.
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Sulla mia pelle di Alessio Cremonini
Alessandro Borghi in una delle sue interpretazioni più intense e drammatiche. L’attore de Le otto montagne si confronta con gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, il ragazzo che muore in nell’ottobre del 2009 dopo essere stato arrestato e pestato. Che cosa gli è accaduto dalla notte in cui è stato arrestato, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, alla mattina in cui è morto in ospedale? Il regista cerca ricostruire quei sei giorni senza giudicare e senza pregiudizio.
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Smetto quando voglio di Sidney Sibilia
È appena uscito in sala Mixed by Erry di Sidney Sibilia, un film ispirato a una storia vera che racconta di un pirata di musicassette e del riscatto di un gruppo di ragazzi che hanno un sogno. Segue la stessa scia la trilogia di Smetto quando voglio: per sfondare in una società che non valorizza le loro capacità, un gruppo di amici si mette a produrre una droga nuova che sbancherà sul mercato. Il divertimento è assicurato.
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Non ci resta che piangere di Massimo Troisi
Un classico della commedia italiana, un cult con una coppia di divi della commedia come Massimo Troisi e Roberto Benigni. Mitica la scena dei due viaggiatori nel tempo quando incontrano Leonardo Da Vinci, a cui suggeriscono l’invenzione del treno, dell’elettricità, del termometro e della Scopa (il gioco a carte). Quell’anno Non ci resta che piangere fu campione al box office: superò per incasso Ghostbusters e Indiana Jones e il tempio maledetto.
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Il traditore di Marco Bellocchio
Una delle migliori interpretazioni di Piefrancesco Favino che si confronta con il pentito di mafia Tommaso Buscetta. Marco Bellocchio firma un pezzo di cinema civile, tra Il Padrino di Coppola e Le mani sulla città di Gianfranco Rosi, che racconta un pezzo di storia del nostro paese: le deposizioni al maxi-processo (dal 1986 al 1992) dell’uomo che ha tradito la cupola, cambiarono gli equilibri tra Stato e criminalità e portarono all’arresto di 346 imputati, tra cui Totò Riina.
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I predatori di Pietro Castellitto
L’esordio alla regia del figlio d’arte ha lasciato il segno: è stato uno dei film più apprezzati della stagione 2020-2021. Alla Mostra del Cinema Venezia 2020 ha vinto il premio per la Migliore sceneggiatura (sezione Orizzonti). In attesa del suo secondo film godetevi questo gioiellino che mescola, come dice lui, «la cinematografia danese e i film di Steven Spielberg». Al centro due famiglie, una borghese e l’altra proletaria e fascista, che a dire il vero non sono così diverse: le prede e i predatori sono di qua e di là.
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E noi come stronzi rimanemmo a guardare di Pif
La comicità e il realismo di Pif marchiano il suo ultimo film da regista, purtroppo passato un po’ in sordina. Ora avete l’occasione di recuperarlo. Il protagonista è Arturo (Fabio De Luigi). Dopo il licenziamento da manager, per sopravvivere è costretto a lavorare come rider. La multinazionale ha ideato un’app grazie alla quale Arturo conosce Stella (Ilenia Pastorelli), un ologramma di cui si innamora, un po’ come Joaquin Phoenix in Her. Qui però Stella esiste veramente e l’uomo vuole assolutamente incontrarla. In tempi di intelligenza artificiale il film di Pif è più attuale che mai.
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