Realizzata dall’italiana Morphcast, sfrutta l’intelligenza artificiale per tenere sotto controllo gli studenti durante gli esami e le lezioni online di scuole e università
110 cum laude. In questo periodo di quarantena la didattica a distanza ha aiutato moltissimi italiani a superare il periodo di isolamento: c’è chi ha seguito un corso online, una diretta streaming o un webinar per imparare una nuova lingua o conoscere nuovi strumenti per la propria professione. E poi ci sono milioni di studenti di scuole e università che hanno buttato all’aria la propria routine per seguire le lezioni attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone. Eppure, i limiti dell’insegnamento online sono tanti e chi si occupa professionalmente di formazione sa bene che il primo scoglio da affrontare è l’impossibilità di monitorare l’attenzione degli studenti, lo stato emotivo o la sua concentrazione.
Un insegnante come fa oggi a valutare uno studente da remoto? Che tipo di strumenti può avere una scuola, un istituto universitario o qualsiasi ente di formazione per dare un giudizio attendibile ai propri studenti? Sono state queste le domande alla base di 110 Cum Laude, uno strumento innovativo unico nel suo genere che risolve in un colpo solo principali problemi legati alla formazione e alla valutazione online. Si tratta di una web app sviluppata da Morphcast che sfrutta l’intelligenza artificiale per controllare la classe, attraverso due modalità: Lessons ed Exams.
L’app 110 Cum Laude
La prima consente di mantenere il controllo della classe durante le lezioni online. Il docente può verificare in tempo reale se gli studenti sono distratti, se c’è una frode d’identità, se si verifica un calo di attenzione e così via. Attraverso un cruscotto digitale tutta la classe è sempre monitorata in tempo reale e con un colpo d’occhio velocissimo, senza dover rivedere registrazioni a fine lezione. La seconda permette di rilevare se durante una sessione di esame online gli studenti stiano imbrogliando. «È facilissimo da usare e funziona sul browser in tandem con la piattaforma utilizzata (sia essa una piattaforma di e-learning o un’app per le videochiamate come Zoom o Google Meet). Basta comunicare la URL della “pagina studente” e automaticamente il cruscotto anti-cheating dell’insegnante verrà popolato» spiega Stefano Bargagni, fondatore di Morphcast, l’azienda che ha sviluppato la tecnologia alla base di 110 Cum Laude.
Attraverso una sofisticata tecnologia proprietaria, Exams permette di rilevare, per esempio, la presenza di un suggeritore vicino allo studente, la posizione della testa e la traiettoria dello sguardo, magari in direzione di appunti nascosti. In lavorazione anche la possibilità di rilevare suggeritori non inquadrati dalla webcam, che vengono “scoperti” attraverso il riconoscimento del tono di voce tipico di chi sussurra e molte altre funzionalità. «Pensiamo di aver creato un prodotto semplice e facilmente applicabile, ma allo stesso tempo molto potente perché implementa una tecnologia innovativa introducendo il rilevamento costante dello stato d’animo e delle emozioni dello studente durante l’esame» afferma Bargagni.
Nonostante i risultati raggiunti, unici al mondo, la tecnologia alla base di 110 Cum Laude, basata sulle reti neurali di MorphCast, non smette di migliorarsi e specializzarsi continuando a imparare nel tempo grazie alla mole di dati analizzati attraverso un meccanismo di machine learning. «L’utilizzo di 110 Cum Laude non prevede nessun investimento iniziale perché si paga solo ciò che viene consumato. Abbiamo pensato a qualunque problematica legata all’e-learning e l’abbiamo risolta con lo stato dell’arte della tecnologia. Tutto questo senza dimenticare di realizzare una soluzione GDPR compliant e quindi in grado di garantire il pieno rispetto per la privacy degli studenti» dichiara Bargagni.
Il suggeritore
La funzione Exams permette di rilevare se durante una sessione di esame online c’è un suggeritore che sfugge all’orecchio del professore. Oppure se, in base alla posizione della testa e la traiettoria dello sguardo, c’è la possibilità che lo studente stia nascondendo qualcosa, ad esempio sulle ginocchia o in un punto non visibile alla fotocamera. Un po’ come avviene per la spia dell’olio o del carburante, sullo schermo del professore compaiono icone che corrispondono ad altrettanti sospetti. Possibile frode d’identità, volto non rilevato (se qualcuno si è dato alla macchia), pose, emozione e umore “sospetti”, rischio di “affollamento”. Funzione che smaschera chi copia online.
Il creatore di 110 cum laude
“Si parte da un presupposto, anche un po’ empirico”, spiega Bargagni. “Se sto dando un esame non rido e non schiamazzo”. Dietro questo dato empirico ci sono un algoritmo che passa in rassegna diversi fattori e il machine learning, cioè la capacità della macchina di imparare. 110 Cum Laude, infatti, non condanna nessuno. Indica ai professori un sospetto, che dovrà poi essere verificato, ad esempio allargando la camera che riprende lo studente. Se si tratta di un falso allarme, la web app impara dai suoi errori. Se invece c’è una conferma, rafforza il legame tra segnale rilevato e azione vietata e smaschera chi copia online. “È uno strumento d’aiuto, non una certezza”, sottolinea Bargagni.
Pericolo disattenzione
La funzione Lessons consente di mantenere il controllo della classe durante le lezioni online. Il docente può verificare in tempo reale se gli studenti sono distratti, se c’è una frode d’identità, se si verifica un calo di attenzione. Attraverso un cruscotto digitale tutta la classe è monitorata. La stessa tecnologia può quindi essere usata come guida per chi è in cattedra. Più come suggeritore che come controllore. “Ad esempio – spiega il ceo – se la testa è reclinata di oltre dieci gradi, è probabile che ci sia un calo di attenzione perché non si sta più guardando il centro dello schermo”. Oppure chiudere gli occhi per qualche istante potrebbe essere un segnale di concentrazione. Ma tenere le palpebre abbassate è un sospetto appisolamento. Se a farlo è uno studente su venti, probabile che basti un richiamo. Ma se a perdere l’attenzione è un’intera classe, il problema potrebbe essere l’insegnante. Un buon motivo per fare una pausa o dare una sveglia.
Dal marketing alla scuola
Se 110 Cum Laude è appena nata, la tecnologia che ne è alla base esiste già da qualche anno. Neanche Bargagni è di primo pelo: ha fondato uno dei primi e-commerce italiani, Chl, nel 1993 (cioè un anno prima di Amazon). I primi brevetti di Morphcast risalgono al 2013-2014. L’azienda fa capo a Cynny, una Pmi innovativa che ha già raccolto oltre 12 milioni di euro, appoggiandosi molto al crowdfunding. Ora c’è l’app che smaschera chi copia online.
Privacy: come funziona l’app
Sì, ma la privacy? Sul sito di 110 Cum Laude, l’app che smaschera chi copia online, si legge che il trattamento dei dati è “conforme al Gdpr”. L’elaborazione non fa ricorso al cloud e rimane in locale. Ogni fotogramma viene prelevato e inserito in una struttura di dati nella Ram (la memoria a breve termine del dispositivo). Una serie di algoritmi elaborano e trasformano i dati del frame in numeri che rappresentano tratti anonimi, come movimento apparente, emozioni, età e genere, grado di attenzione. Quando un nuovo frame viene catturato, quello precedente viene sovrascritto. Una volta chiuso il browser, nulla viene archiviato. Questo processo avviene circa dieci volte al secondo su smartphone e trenta su pc.
Le trattative con le università
L’applicazione è molto leggera e costi bassi. Si paga al consumo, senza un abbonamento. L’accoglienza da parte delle scuole e (soprattutto) delle università è stata “molto buona”, afferma Bargagni. Circa il 40% degli interlocutori hanno risposto a un primo contatto. “Non credo sia semplice curiosità ma un bisogno reale”. Visto il lancio molto recente, 110 Cum Laude non ha ancora chiuso contratti. Ma ci sarebbero trattative in corso con “università, sia pubbliche che private, anche di 40-60 mila studenti”. Per quanto l’app che smaschera chi copia sia nata per rispondere all’emergenza, Bargagni è convinto che per e-learning e formazione sarà “difficile tornare indietro”. L’aula resterà, ma “ci si strutturerà in modo diverso”. “La forte accelerazione è destinata a decrescere ma le abitudini rimarranno, ma molti hanno capito quanto sia ridicolo spostarsi tutte le mattina alle 8 per portare i figli a scuola”.
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