Anche l’Istat certifica – purtroppo – che per essere assunti la laurea non è più essenziale. Sono, infatti, quasi 200mila i giovani senza lavoro nel 2012.
Entrando nel dettaglio dell’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica, tra gli under 35 si conta un 28% in più di disoccupati rispetto al 2011.
Si tratta – per essere precisi – di 197 mila giovani tra i 15 e i 34 anni, con una presenza più alta di persone senza lavoro tra le ragazze (125 mila) e nel Mezzogiorno (87 mila contro i 65 mila al Nord e 45 mila al Centro), anche se in Italia si registra un numero complessivo di disoccupati di oltre 300 mila persone.
La crisi colpisce, pertanto, anche i ragazzi in possesso di titoli di studio più elevati: si registra, infatti, un incremento pari quasi al 43%, aumento persino più alto rispetto al +30,1% della media dei disoccupati complessivi.
La crescita del numero dei giovani alla ricerca di un lavoro, tra i laureati, dipende naturalmente anche dal loro incremento nella popolazione attiva.
I giovani laureati se la cavano, comunque, meglio dei coetanei con la licenza elementare (24,9%), media (24,8%) e superiore (18,9%), rispetto al loro tasso di disoccupazione che è pari al 14,7%.
Infine, 1 milione e 139 mila laureati del 2012 hanno un lavoro mentre i disoccupati che non sono in cerca di un impiego sono 502mila.
Il problema non è che la laurea è inutile ma che è il mondo del lavoro italiano che non fa nulla per valorizzarle, al contrario di quanto avviene all’Estero.
Assolutamente d’accordo, con l’università che dovrebbe essere in testa a sponsorizzarci!