Svelato il contenuto dell’sms della moglie del tecnico al presidente federale Gravina: lì c’è il vero motivo del suo addio, non c’entra lo staff.
La FIGC potrebbe intraprendere azioni legali nei confronti di Roberto Mancini dopo le sue improvvise dimissioni: l’ex Ct dell’Italia non è libero di sedersi gratis su un’altra panchina, come quella ricchissima dell’Arabia Saudita.
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In questo agosto surreale per il calcio italiano, può accadere che se da un lato la Federcalcio e Spalletti finiscano in tribunale qualora il tecnico toscano venga annunciato in maniera unilaterale come nuovo Ct della Nazionale senza tenere in alcun conto il pagamento della penale al Napoli, dall’altro la stessa FIGC intraprenda a sua volta azioni legali nei confronti di Roberto Mancini nel caso in cui l’allenatore jesino dimissionario decida di accasarsi immediatamente in Arabia Saudita, dove è c’è pronto per lui un contratto di tre anni da 40 milioni netti complessivi.
Sembra una commedia e forse lo è, ma a ridere sono soprattutto i media esteri che osservano lo scempio del nostro calcio, con un Ct che lascia all’improvviso il 12 agosto a pochi giorni da due partite decisive per la qualificazione ai prossimi Europei e una Federazione che è appesa ai pareri dei propri legali per poter muovere qualsiasi passo. Mancini era legato all’Italia da un contratto da 3 milioni netti annui fino al 2026, un vincolo che non gli consente di liberarsi a zero qualora – come pare sia nelle sue intenzioni – voglia subito sedersi su un altra panchina. Dunque anche lui dovrà pagare – esattamente come Spalletti – per essere libero di accettare altre offerte durante il periodo residuo del contratto.
Non sarà questa l’unica questione che andrà discussa e soprattutto regolata – spiega Repubblica – quando dopo le vacanze il 58enne marchigiano tornerà a Roma e dovrà mettersi al tavolo con la FIGC per mettere nero su bianco la risoluzione del contratto chiesta con l’invio di quella pec. Non sarà una cosa veloce, una firma e via, ma l’assistenza dei rispettivi legali sarà fondamentale, non solo per il fatto che il Ct ha ‘appeso’ l’Italia senza alcun preavviso alla vigilia degli impegni di settembre con Ucraina e Macedonia, ma pure perché era vincolato anche da accordi come testimonial per tre sponsor della Federcalcio: Poste Italiane, Telepass, Facile Ristrutturare. Tutte cose che hanno un peso economico da quantificare: non finirà a tarallucci e vino.
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Quanto alle ragioni di un addio così improvviso e inatteso, Mancini nel suo sfogo rilasciato ad alcuni giornali ha parlato soprattutto di un motivo che lo ha indotto a trarre le conclusioni che lo hanno portato alle dimissioni: la recente rivoluzione nel suo staff, che a suo dire gli sarebbe stata imposta. “Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un Ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff – ha spiegato lo jesino, facendo capire che quello era un modo per sfiduciarlo di fatto – Da un po’ di tempo lui pensava cose opposte alle mie, per questo doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo”.
Una ricostruzione che tuttavia non collima col contenuto dell’sms che la moglie di Mancini, Silvia Fortini, ha inviato a Gabriele Gravina l’8 agosto – quattro giorni prima delle dimissioni – per informarlo del ‘malessere’ del marito e fargli capire che sarebbe stato meglio chiamarlo. Telefonata poi avvenuta e conclusa con un “ci dormo sopra e la notte mi porterà consiglio” da parte dell’ex Ct, che di lì a poco avrebbe lasciato. Ebbene, in quel sms mandato al presidente federale dalla moglie del tecnico, che è avvocato e segue anche gli interessi dell’allenatore, non c’era alcun riferimento allo staff di Mancini, come svelato dalla Gazzetta dello Sport.
La parola “staff” manca del tutto, il messaggio parte con una premessa per capire se Gravina sia in vacanza e possa essere disturbato, e poi va al sodo della questione in maniera molto concreta. Il nocciolo è uno solo, è lì l’inquietudine del Ct: la clausola presente nel contratto di Mancini che consente di dargli il benservito qualora non si qualificasse per i prossimi Europei, dunque con due anni di anticipo sul contratto rinnovato nel 2021. La moglie di Roberto chiede al presidente della FIGC di eliminare quella clausola risolutiva, che agita i sonni del marito, soprattutto dopo che le qualificazioni non sono partite col piede giusto, con la sconfitta casalinga con l’Inghilterra.
E del resto lo stesso Mancini – a precisa domanda – ha confermato che avrebbe voluto “un segnale” su questa questione: “La clausola? Eliminarla avrebbe potuto essere un segnale. Lo avevo chiesto per lavorare tranquillo in questi mesi, ma è chiaro che sarei andato via se non fossimo riusciti a qualificarci”. Peggio di così, davvero non poteva finire.