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Il borgo “arabo” in Sicilia è tra i “Borghi più belli d’Italia” | potrete godere di un panorama mozzafiato


Nascosto tra le colline della splendida Sicilia, il borgo “arabo” emana un fascino unico che lo colloca tra i Borghi più belli d’Italia.

Borgo in Sicilia
Borgo in Sicilia- fonte: web

Non tutti sono a conoscenza della sua storia, e non tutti sanno che Calascibetta, situata nella provincia di Enna, è uno dei Borghi più Belli d’Italia. Tuttavia, questa località siciliana è una delle destinazioni più affascinanti dell’isola.

Posizionata in cima ai Monti Erei, in un’area collinare interna, si trova sullo spartiacque tra i bacini dei fiumi Simeto e Imera Meridionale. Il suo nome ha origini arabiche, derivando probabilmente dalla parola “qalʾat” “xibet o scibet”, che significa proprio il monte su cui sorge il centro abitato. Questo nome è comunemente tradotto come “castello sulla vetta”.

Questo luogo speciale, oltre a offrire una vista panoramica romantica, aggiunge un ulteriore fascino a ciò che già fa parte del circuito dei Borghi più Belli d’Italia. La cittadina nella provincia di Enna ha creato una struttura unica nel suo genere, che fin da subito ha attratto turisti che scelgono il borgo come meta per una gita fuori porta nel weekend.

La passerella realizzata a Calascibetta richiama il celebre Salto dei Ventimiglia di Geraci Siculo, ma presenta alcune differenze tra i due punti panoramici.

Poggio del Conte Ruggero di Calascibetta
Poggio del Conte Ruggero di Calascibetta- fonte: web

Mentre il Salto dei Ventimiglia è circondato da imponenti pareti in vetro, il Poggio del Conte Ruggero di Calascibetta dispone di un semplice parapetto, in pieno rispetto delle indispensabili norme di sicurezza adottate a queste altezze. I visitatori possono godere di un panorama quasi ininterrotto, consentendo loro di spaziare con lo sguardo su un orizzonte mozzafiato, arricchito dalla bellezza dell’altopiano su cui sorge Enna, con elementi preziosi come il monte Altesina e l’Etna.

Storia e origine del borgo di Calascibetta

Si ritiene che l’origine di Calascibetta risalga al IX secolo, quando fu stabilito come accampamento militare musulmano sulla rocca di fronte a Enna, nell’ambito di un tentativo di assedio contro la roccaforte bizantina. Tuttavia, il territorio era già abitato in epoche ancora più remote, come testimoniano le antiche necropoli della Calcarella (XI-X secolo a.C.), di Realmese (con tombe risalenti ai secoli IX e VI a.C.), di Valle Coniglio (sec. X-VII a.C.) e di Malpasso (età del rame).

Calascibetta fu un centro frequentato anche durante l’epoca bizantina, ma la sua fondazione vera e propria si fa risalire alla conquista normanna dell’isola. La sua menzione più antica risale al 1062, quando fu fortificata da Ruggero I, il quale fece erigere il castello chiamato “Marco”, la prima cinta muraria, il primo borgo e il grande duomo dedicato alla Vergine Maria e all’Apostolo San Pietro.

Successivamente, diventò una città demaniale e conobbe un periodo di grande splendore, grazie al favore dei re aragonesi, tra cui Pietro II, che vi soggiornò e la dotò, seguendo l’esempio dei normanni, di templi e monumenti. Gli abitanti di Calascibetta sono chiamati xibetani.

L’influenza araba di Calascibetta

La zona di Calascibetta ha una lunga storia di insediamenti, come evidenziato dalla vicina Necropoli di Realmese, con le sue caratteristiche tombe a grotticella risalenti all’era del Ferro (IX-VI secolo a.C.). Tuttavia, prima del IX secolo dopo Cristo, non era mai emerso un vero centro urbano in questa regione. Questo cambiò durante la conquista musulmana della Sicilia, quando gli eserciti arabi assediarono una delle ultime roccaforti bizantine nella Sicilia centrale, Enna, e stabilirono il loro campo militare sulla cima del monte di fronte ad essa. Questo luogo fu chiamato Qalat al-Shebet, che significa “castello sulla cima”, e col passare dei secoli divenne il nucleo di una nuova città.

Fu solo nell’XI secolo che i Normanni ripresero possesso di queste terre, fondando paesi e città dove gli Arabi avevano precedentemente posto fortezze e accampamenti militari. Qalat al-Shebet divenne così Calascibetta. Sin dalla sua fondazione, la città ha avuto un rapporto complesso con la vicina “sorella maggiore”, Enna. Questi due centri urbani, situati su due colline di fronte l’una all’altra, si sono amati e odiati per oltre un millennio. Eppure entrambi sono di straordinaria bellezza.

Luoghi più belli di Calascibetta

La Chiesa Madre di Calascibetta è dedicata a San Pietro Apostolo, il patrono del luogo, e alla Vergine Assunta. La parte centrale dell’edificio risale al XIV secolo, ma nel corso del tempo ha subito diverse modifiche. La facciata principale è adornata con decorazioni risalenti al Cinquecento, e all’interno della chiesa sono custoditi diversi tesori, tra cui un prezioso reliquiario.

 Chiesa Madre di Calascibetta
Chiesa Madre di Calascibetta- fonte: web

Altre chiese di rilievo includono la Chiesa di San Antonio Abate, costruita nel XVII secolo, la Chiesa dei Cappuccini, inaugurata nel 1589 e contenente l’opera “Adorazione dei Magi” di Filippo Palladini del 1610, la centrale Chiesa di Maria Santissima del Carmelo, eretta nel 1771 dai Carmelitani e caratterizzata da tre navate, e la Chiesa di Maria Santissima del Buonriposo.

A circa tre chilometri da Calascibetta si trova la Necropoli di Realmese, un sito archeologico dell’Età del Ferro. Questa necropoli, di tipo pantalicano, comprende 288 tombe a “grotticella” molto peculiari, risalenti al periodo compreso tra il IX e il VI secolo a.C. È facilmente accessibile dall’autostrada A19, uscita Enna. Gli oggetti rinvenuti dall’archeologo Luigi Bernabò Brea tra il 1949 e il 1951 sono esposti presso il Museo Paolo Orsi di Siracusa e il Museo Varisano di Enna.

Necropoli di Realmese
Necropoli di Realmese- fonte: web

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