Questo uomo siciliano si erge come uno dei pilastri fondamentali della Spedizione dei Mille guidata da Garibaldi. La sua determinazione e il suo ruolo centrale nel convincere Garibaldi a intraprendere l’epica impresa dimostrano la sua importanza storica come uno dei protagonisti principali del Risorgimento italiano.
Francesco Crispi, figura di spicco del Risorgimento italiano e della Sinistra Storica, nacque a Ribera, in provincia di Agrigento, nel 1818. Figlio di un commerciante di origini albanesi, Crispi studiò legge a Palermo laureandosi nel 1843. Durante questo periodo, iniziò a partecipare attivamente alla vita politica, sostenendo posizioni intransigenti e partecipando alla Rivoluzione siciliana del 1848.
Esilio e Impegno Politico all’Estero del siciliano Crispi
Dopo il fallimento della rivoluzione, Crispi si trasferì a Torino, dove si avvicinò alle posizioni repubblicane e critica le politiche dei Savoia. Espulso dal governo di Cavour, Crispi visse un periodo di esilio in Europa, incontrando esponenti del Risorgimento come Giuseppe Mazzini e pianificando azioni per la liberazione della Sicilia.
La Spedizione dei Mille e l’Ascesa Politica del siciliano
Crispi ebbe un ruolo fondamentale nella convinzione di Garibaldi a compiere la Spedizione dei Mille. Organizzò un governo provvisorio in Sicilia e contribuì alla sconfitta dell’esercito borbonico. Tuttavia, i contrasti con Cavour e l’opposizione interna lo portarono a dimettersi, accettando l’annessione della Sicilia al Regno d’Italia.
La Carriera Politica nella Sinistra Storica
Entrato in politica attiva, Crispi divenne deputato in Sicilia nel 1861 e sostenitore della monarchia. A Roma, continuò la sua attività parlamentare, diventando presidente della Camera e poi ministro degli Interni nel governo Depretis. Nonostante uno scandalo personale nel 1878, Crispi mantenne un ruolo di rilievo nella Sinistra Storica.
Il Primo Governo Crispi e le Politiche Riformiste
Nel 1887, Crispi divenne presidente del Consiglio, attuando riforme significative come il nuovo codice penale e potenziando l’amministrazione e l’esercito. Tuttavia, le politiche estere di Crispi, incluse le colonie, e le tensioni sociali portarono alla caduta del governo nel 1889.
Gli Attentati e la Fine Politica del siciliano Francesco Crispi
Nonostante gli attentati subiti e una breve opposizione, Crispi tornò al governo nel 1893, affrontando tensioni sociali e finanziarie. Il suo ultimo governo tentò di risanare il bilancio, ma la sconfitta italiana ad Adua nel 1896 provocò la sua fine politica. Morì nel 1901 a Napoli, dopo anni di amarezza e isolamento politico.