Un trattamento che prevede il rilascio continuo di levodopa – carbidopa, somministrato per infusione intestinale tramite una pompa portatile, offre un’opzione promettente per il controllo della Malattia di Parkinson avanzata (a partire dallo stadio 3 della scala di Hoehn & Yahr), poiché è in grado di ridurre i tempi di immobilità del paziente diminuendo l’intensità e la durata dei movimenti involontari (discinesie).
I benefici rilevati sono risultati di maggiore entità rispetto a quelli ottenuti con le terapie mediche attuali. Questi i risultati di uno studio, pubblicato su Lancet Neurology, che rappresenta la prima dimostrazione dei benefici di questa tecnica in un trial controllato in doppio cieco.
L’unità operativa di Neurologia del Policlinico universitario “Paolo Giaccone”, diretta dal Prof. Giovanni Savettieri, è uno dei 5 centri in Sicilia autorizzato all’uso di tale terapia. Il Dott. Marco D’Amelio, responsabile dell’ambulatorio Malattia di Parkinson e disordini del movimento, in collaborazione con il Prof. Francesco D’Arpa del Dipartimento di Chirurgia Generale e d’Urgenza, si occupa della valutazione e dell’identificazione dei pazienti che, dopo esecuzione di appositi esami preliminari, possono essere sottoposti a questa terapia.
«L’infusione intradigiunale di Duodopa – sottolinea D’Amelio – è una valida alternativa terapeutica, riservata ad un sottogruppo ristretto di pazienti agli stadi più avanzati della malattia, non gestibili attraverso le più comuni terapie. È in grado di ridurre efficacemente le fluttuazioni motorie e le discinesie e di migliorare la qualità di vita: elementi centrali nell’ottica della gestione clinica del paziente e di un’ottimizzazione dei costi economici e sociali».
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