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Verginità all’asta? Niente di strano per uno studente su due


C’è chi la mattina va a lezione e il pomeriggio corre in una pizzeria o in un pub dove passa il resto del proprio tempo per racimolare qualche spicciolo, poi c’è chi si alza di buonora, si veste frettolosamente e corre al lavoro – quello trovato dopo mesi di incessante ricerca – voluto o meno, appropriato o no, porta con sé libri e appunti e tra una pausa e l’altra studia. Questa la routine dei tanti giovani che cercano di trovare un punto d’incontro tra la carriera universitaria e il mantenersi.

E, tra le carte messe in gioco per arrivare a fine mese, c’è anche chi lancia sul tavolo quella fisica e decide di “cedere” la propria verginità (paventata) al miglior offerente. È il caso di una 28enne americana, studentessa di medicina, che usa lo pseudonimo di Elizabeth Raine e ha creato un sito web ad arte per raccogliere e vagliare le proposte. Sono i numeri, insomma, a parlare sul sito da lei stessa creato.

Ma verrebbe da chiedersi se la verginità possa davvero avere un prezzo per una giovane donna, dopo averla conservata e custodita gelosamente nel corso dei suoi 28 anni.

È facile intuire la risposta, visto che la cifra raggiunta – al momento – ammonta a 800mila dollari (quasi 600mila euro). Elizabeth, così leggiamo sulla stampa, rivelerà la sua identità solo al vincitore, che potrà incontrarla per un appuntamento di dodici ore durante il quale, promette, farà faville.

Inutile dire che il mondo del web si sia diviso. Ed è stato lanciato anche un sondaggio da Skuola.net. Gli studenti italiani non si sono dimostrati bacchettoni: la metà di circa 500 intervistati, tra i 14 e i 18 anni, non è rimasta particolarmente colpita dall’iniziativa della ragazza. Quasi il 30 percento del totale sostiene di aver sentito notizie ben peggiori di questa, su internet o sui quotidiani. Il 10 percento, invece, vede soprattutto il lato pecuniario della vicenda: se il guadagno è alto, tutto bene e solo uno su dieci pensa che, nel caso l’asta abbia un nobile intento, il fine possa giustificare i mezzi.

E se la posta in gioco fosse mezzo milione di euro? Metà degli intervistati risponde un no netto. La restante parte, invece, si mostra aperta e senza freni di alcun tipo. Il 30 percento accetterebbe nel caso l’offerente fosse di suo gradimento, mentre il 15 percento lo farebbe solo per soldi, perché «una cifra del genere può cambiare la vita».

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