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Tu sei come Palermo…tra fascino e contraddizioni…


«Tu sei così, come Palermo», mi disse una persona a me cara una sera, passeggiando per i vicoli del centro storico. Allora ho pensato: «ma cosa vuol dire essere come Palermo?».

Città affascinante, piena di contraddizioni, dannatamente bella e abbandonata, trafficata e allo stesso tempo lenta; dove il tempo che passa sembra non essere passato mai e la gente rimane lì, nei suoi quartieri di periferia o di centro, ancorata a tradizioni meravigliose spesso intrise di pregiudizio. Una città in cui il sangue sparso è stato parecchio e i pianti strazianti delle madri per i loro figli uccisi hanno lasciato un’eco, che ancora oggi risuona per le strade. Questa è Palermo. Dove lo smog si mescola al colore dei vestiti delle donne arabe che camminano lente e alle urla dei mercanti che attirano i clienti. E il colore della frutta e verdura delle bancarelle, nei mercati principali, è smorzato dal grigiore degli edifici cadenti dei quartieri più vecchi.

Questa è bellezza. L’aspetto armonioso della “decadenza” che rende unici i momenti in cui ne puoi godere pienamente, sentendoti parte di essa. È Palermo. E allora ho pensato anche che non esiste nulla di più unico al mondo quanto amare una città e tutto ciò che ti offre. Andare la domenica mattina a Ballarò a comprare il pesce fresco; al mercatino di piazza Marina, dove trovi vari oggetti usati: dischi in vinile, occhiali vintage, fumetti e tanto altro che ti riportano indietro negli anni ’70, ’80; mangiare palestinese da AlQuds e bere un bicchiere di vino insieme a Fateh, il simpaticissimo proprietario che ha sempre mille aneddoti da raccontare (ed è, inoltre, la versione araba di Toni Servillo); fumare una sigaretta, seduti sui gradini del Teatro Massimo; litigare con i parcheggiatori abusivi e supplicare gli indiani che lavano i vetri al semaforo di lasciare sporco quello della tua auto e convincerli a desistere dicendo loro che collezioni “cacate di uccello”; mangiare fritture (con olio di gomito) da “Franco U’ Vastiddaru”; passeggiare alla Cala; esplorare i mercati, con la grandissima curiosità di conoscere le “leggi di strada” vigenti in quei sobborghi. Una realtà nella realtà. Calpestare l’asfalto sapendo che da lì ci sono passati in tanti. Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, Boris Giuliano, ma anche scrittori, poeti e grandi artisti. Amanti di Palermo anche loro…

Forse la bellezza di Palermo è la bellezza dei siciliani. Il tragico e lo spensierato che abbiamo dentro. La voglia di andare e quella, più forte, di rimanere. Il nostro essere liberi, ma sentirci in catene. Amare e odiare. Dare peso alla piccolezze e affrontare, con la forza di un guerriero, le sfide più grandi. Noi siciliani siamo un po’ tutti come Palermo: bizzarri, a tratti pericolosi, incasinati, complicati, amanti delle cose belle, passionali e tanto altro. O forse è Palermo ad essere come noi.

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A proposito dell'autore

Ho 22 anni, studio Giurisprudenza presso l'Università di Palermo, città in cui vivo e nel tempo libero amo scrivere.

3 Risposte

  1. Askanio

    eco è femminile… una eco… già al rigo 10 passa la voglia di leggere…
    quanta superbia c’è in questo post… ma sei partita mai? hai mai visto altre città?
    …il palermitano è solo orgoglioso… di un orgoglio visionario secondo me… e il tuo post lo dimostra… Palermo è una città sporca, pieno di immondizia, dove mancano i servizi primari ai cittadini… hai mai preso un autobus o la metro a (metro si fa per dire…) ? …sei mai stata ad un Pronto Soccorso? …hai mai fatto una fila in un ufficio pubblico?…pubblico/a …parola che il palermitano non conosce… il pubblico finisce già nel pianerottolo di casa e al palermitano a partire dal suo zerbino non interessa più… non gli appartiene…
    Finitela di scrivere questi articoli, post, commenti su blog e social network…ce l’hanno fatta a martello con sti campanilismi al sapore di panino ca meusa… la decadenza è armoniosa bellezza???…Ipocrisia pure affermalo! La città è piena di degrado…le periferie impraticabili… il centro che crolla “pietre pietre”… i Mercati Storici stanno chiudendo.. la Vucciria è morta, Ballarò e Capo resistono a stento… e nessun assessorato alla cultura e al turismo che si impegni a salvaguardare questo patrimonio.. per cui mettetela di fare i fighetti con sti post inutili…raccontate la realtà.. lascia il tuo motonino a casa e fatti una passeggiata a piedi e non solo per i negozi di via Notarbartolo, via Sciuti o via Libertà…ti prego!
    Palermo mi ha deluso. I palermitani di più. E io sono un palermitano che se ne vuole andare da qui dove nulla cambia e mai cambierà se una ragazza di soli 22 anni scrive queste cose… svegliaaaaaaa! Non vivi a Hollywood… impegnati affinchè però la tua città che dici di amare possa diventare almeno vivibile… è un po’ come quelle madri che vedono i propri bambini grassi e dicono: “che bieddu me figghiu, tutta lunghizza….” cazzate…mi verrebbe da dire: “cretina, stai rovinando tuo figlio, mettilo a dietae non rimpinzarlo come una zampogna di schifezze perchè non sei in grado di perdere un po’ di tempo con lui…” …ecco, questo fanno i palermitani: vedono il bello laddove non c’è e sono fondamentalmente LAGNUSI!!!
    Saluti
    Askanio

  2. Massimo

    Askanio,

    Concordo in pieno con te sul fatto che il post sia l’ennesimo articolo banale e borioso sulla bellezza delle “contraddizioni” di Palermo.

    Mi permetto anche di dire che, per l’uso anarchico che fai della punteggiatura (puntini di sospensione in primis), non sarei tanto aggressivo riguardo “la voglia di leggere”.

    Saluti,

    Massimo

  3. Askanio

    Rileggendo il mio commento, in effetti è pieno di errori di ortografia (scrivevo da cell e la micro tastiera del mio smartphone a carbone non mi era d’aiuto…) …i puntini di interpunzione in un commento “on the web” lo rendono “discorsivo” secondo me e mi piacciono tanto… se ti mettono ansia, pazienza!…non stavo scrivendo ne documentazione ufficiale, ne gli annali della mia vita…e soprattutto, non scrivo io articoli sul web o altrove…per cui mi aspetto da chi lo fa maggiore cura.
    Detto questo, evitiamo sterilità inutili, concentriamoci sul senso delle cose, e a proposito di Palermo, ci si stiamo avvicinando al 390esimo Festino… che la Santuzza illumini le menti un poco a tutti! Amen.