Dopo un costoso brunch con il cliente, l’avvocato ha scelto di conservare lo scontrino, al punto da volerlo incorniciare.
Un avvocato penalista, di passaggio a Roma per un’importante causa, ha deciso di invitare il suo cliente a un brunch. Seduti a un tavolo, hanno ordinato qualche piatto: un panino con bresaola, una pizzetta con mozzarella, un croissant salato, due bottigliette d’acqua e due caffè. Tuttavia, quando è arrivato il conto, il totale di 86 euro ha lasciato l’avvocato senza parole. Riflettendo a mente lucida, però, ha ammesso: «La responsabilità è solo mia».
Uno scontrino “incredibile”
La cifra scritta sullo scontrino non ha potuto che sorprendere l’avvocato. Analizzando i costi uno per uno, è difficile non rimanere perplessi: sette euro per un caffè, venti per una pizzetta e otto per una bottiglietta d’acqua da mezzo litro. Come ha raccontato al Corriere della Sera, dopo un attimo di esitazione, ha comunque saldato il conto per non fare una brutta figura di fronte al cliente, accettando le conseguenze del proprio errore.
«Avrei dovuto semplicemente dare un’occhiata al menù prima di ordinare – ha commentato il legale –. Ho imparato una lezione costosa: mai ordinare senza conoscere i prezzi». Tuttavia, ha riconosciuto che il locale in questione, l’Antico Caffè Greco, non è un posto qualunque. Fondato nel 1760, il caffè ha accolto nel tempo figure illustri come Byron, Leopardi, Goethe e tanti altri, diventando un simbolo della cultura letteraria e artistica. «Non ci si può aspettare prezzi da bar di quartiere in un luogo così iconico», ha aggiunto.
Un ricordo da incorniciare
Alla fine, l’avvocato ha deciso di conservare lo scontrino e addirittura incorniciarlo: «Mi piace immaginare di aver consumato quel croissant nello stesso posto dove un tempo sedeva Gabriele D’Annunzio, uno dei miei poeti preferiti. Metterò lo scontrino in una teca, così nessun cliente potrà mai dire che non sono stato generoso».