In occasione dell’evento motivazionale #NonCiFermaNessunoTour, ideato dall’inviato di “Striscia La Notizia”, Luca Abete, che ha fatto tappa due giorni fa all’Università degli Studi di Palermo, Manuela Lavezzari, marketing manager di Asus Italia, ha inviato questo messaggio agli studenti:
In sintesi, la Lavezzari parla di giovani che rappresentano il «futuro del nostro Paese», di studenti che stanno acquisendo all’Università «competenze» e «professionalità», di un «percorso non privo di ostacoli che è anche il bello perché altrimenti sarebbe noioso».
Sì, splendide parole: l’Università deve avere il compito di dare ai propri studenti tutti gli strumenti necessari (tecnici e intellettivi) per formare i talenti e metterli al servizio della società.
Però, quale controsenso è oggi rappresentato dall’inchiesta del Corriere della Sera, a firma di Gian Antonio Stella, dal titolo che mette a soqquadro ogni buon proposito: “Università ‘vietate’ ai prof giovani. In Italia solo 15 sotto i 40 anni“.
In sintesi, non c’è neanche mezzo professore su 13.239 che abbia meno di 35 anni (l’età media è di 60) e le donne rappresentano il 36,5% del totale.
Quindi, da un lato l’invito a non smettere di credere ai propri sogni; dall’altro il paradosso che finanche il luogo in cui le speranze dovrebbero essere coltivate è caratterizzato dal vecchio e, di conseguenza, dall’inarrivabile.
Senza dimenticare l’ormai famosa “fuga dei cervelli” che ha in sé una doppia chiave di lettura: i giovani italiani non hanno nulla da invidiare a quelli di ogni parte del mondo (perché altrimenti non sarebbero così richiesti); i giovani italiani, però, per dimostrare tutto il proprio valore, devono fuggire all’estero.
Insomma, viva la motivazione: gli studenti hanno bisogno di credere che i propri sacrifici universitari possano un giorno essere ricompensati.
Ma fintantoché per realizzare i propri sogni bisognerà andare in posti dove l’italiano non è la lingua ufficiale, allora saremo di fronte soltanto e purtroppo a bellissime astrazioni che raccontano un’utopia.