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Erasmus +, i numeri del successo in Italia e in Europa


Si è svolto sabato scorso a Roma l’incontro annuale dei direttori delle Agenzie europee del programma Erasmus+, organizzato da Indire, Isfol e Ang.

Obiettivo quello di fare un bilancio del primo anno di progettazione a livello europeo, individuando i punti di forza della nuova gestione del programma ma analizzando anche le criticità e difficoltà emerse.

Si è discusso di strategie di gestione da condividere a livello comunitario, di rapporti tra Agenzie Nazionali e Commissione Europea, di strumenti di disseminazione e valorizzazione dei risultati.

A prendervi parte anche Xavier Prats Monné, Direttore Generale DG Education and Culture alla Commissione Europea e i Rappresentanti delle autorità nazionali, di Miur, Mlps e Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Negli ambiti “Scuola, Università ed Educazione degli adulti” (gestiti in Italia da Indire), l’Italia ha beneficiato nel 2014 di un budget di 78 milioni di euro. Il finanziamento è così ripartito: 56 milioni e mezzo per l’istruzione superiore, 16 milioni e 700 mila euro per la scuola e 4 milioni e 900 mila euro per l’educazione degli adulti.

Saranno oltre 1600 docenti di scuole italiane a partire nei prossimi mesi, o già partiti all’inizio dell’anno scolastico, per svolgere un corso di formazione o un periodo di codocenza in scuole europee, un dato che rappresenta un incremento del 60% rispetto al 2013. Sono 273 le scuole, capofila di progetto o partner di un team, che riceveranno finanziamenti per svolgere attività di collaborazione in partnership internazionali con studenti e docenti di altri paesi d’Europa. Altre 48 scuole saranno invece le pioniere dell’azione dedicata ai cosiddetti Partenariati strategici trans-settoriali, che coinvolgono anche imprese, enti locali e altre organizzazioni, impegnate, tra le altre, in attività volte a migliorare le competenze dei giovani per il mondo del lavoro.

Dall’inizio del programma, nel 1987 fino a tutto il 2013 gli studenti universitari complessivamente coinvolti a livello europeo hanno superato i 3 milioni. L’Italia ha contribuito a questo record per il 10%.

L’anno accademico 2012/2013, l’ultimo censito in modo completo, ha segnato un record sia per l’Europa che per l’Italia: sono stati 25.224 gli studenti italiani in mobilità Erasmus per studio e tirocinio sul totale europeo di 268.143 (212.522 per studio e 55.621 per tirocinio). Questo dato posiziona l’Italia tra i quattro principali paesi per studenti in partenza verso diverse destinazioni europee. Se si guarda all’accoglienza il nostro paese è al quinto posto, poco dopo Spagna, Germania, Francia e Regno Unito, con circa 19.000 studenti europei ospitati nelle nostre università. Per il 2014-2015 ne sono stati finanziati altrettanti ed è realistico un aumento se si considera il tasso di crescita registrato negli anni.

In questo settore le mobilità riguarderanno 330 persone impegnate nell’educazione degli adulti (+50% rispetto al 2013), risultato dei 21 progetti vincitori presentati dalle organizzazioni nazionali su 174 proposte presentate. Sul lato della cooperazione sono stati autorizzati 16 partenariati strategici tutti orientati al confronto e scambio tra organizzazioni del settore pubblico e della società civile per l’implementazione di pratiche innovative.

Il Direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, Flaminio Galli, ha dichiarato: «Anno dopo anno, il programma Erasmus+ dimostra la sua straordinaria importanza e vitalità. La voglia di fare esperienza formativa all’estero cresce come il numero dei partecipanti e i risultati sul piano formativo e sociale. In un momento storico in cui torna la tentazione di alzare frontiere e steccati, la mobilità degli studenti e dei docenti rafforza l’identità comune europea, migliora la preparazione individuale e favorisce l’occupazione».

Oltre agli ambiti “Scuola”, “Università” ed “Educazione degli adulti”, di competenza di Indire, il Programma Erasmus+ prevede quelli “Istruzione e Formazione Professionale”, di competenza di ISFOL, e “Giovani”, gestito dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. Nel 2014, il finanziamento all’Italia è stato di oltre 33 milioni di euro per circa 8.000 soggetti in mobilità in Europa e quasi 200 organismi coinvolti nei Partenariati. Il Presidente di Isfol, Pietro Varesi, ha affermato: «In questo momento di crisi occupazionale, le opportunità di crescita, formazione e professionalizzazione offerte da un’esperienza di stage all’estero costituiscono per i giovani del nostro Paese uno strumento prezioso ai fini del successivo inserimento lavorativo».

Nel 2014, sono stati 12 milioni gli euro destinati a circa 500 progetti di mobilità giovanile approvati dall’Ang. «È stato un primo anno soddisfacente che ci fa ben sperare per il futuro – ha commentato Giacomo D’Arrigo, Direttore Generale Ang –. Questo risultato è il frutto sia di un lavoro di comunicazione, informazione e promozione del Programma Erasmus+ su tutto il territorio nazionale attraverso più di 40 incontri in ogni parte d’Italia e sia dell’impegno assunto per il Semestre Europeo di Presidenza Italiana che ha visto l’Agenzia impegnata in numerose iniziative, anche internazionali, con l’obiettivo offrire opportunità per acquisire conoscenze, competenze, abilità ed informazioni per rafforzare il concetto di cittadinanza attiva attraverso le occasioni che l’Europa offre ai giovani».

Perfezionarsi all’estero contribuisce all’occupabilità. Un recente studio della Commissione ha rivelato che tra i laureati l’incidenza della disoccupazione di lunga durata è dimezzata rispetto a chi non ha studiato né si è formato all’estero e, a cinque anni dalla laurea, il loro tasso di disoccupazione è più basso del 23% rispetto ai “non mobili”. Dopo un tirocinio all’estero ad un giovane su tre è stato offerto un posto di lavoro nell’azienda ospitante e quasi 1 studente su 10 ha dato vita ad una propria attività e più di 3 su 4 prevedono di farlo, evidenziando una forte spinta all’imprenditorialità tra gli studenti con un’esperienza di formazione internazionale nel curriculum.

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