Vito Ferro, candidato insieme a Fabrizio Micari al Rettorato, ha inviato agli studenti una lettera e il proprio documento programmatico.
Nella lettera, lunga quattro pagine, si legge quanto segue:
«Come molti di voi sanno, negli ultimi sette anni ho ricoperto il ruolo di Delegato del Rettore alla Didattica e di Pro-Rettore Vicario del nostro Ateneo. Sono stati anni molto impegnativi durante i quali la nostra Università, al pari di tutte gli altri Atenei statali italiani, è stata investita da numerosi interventi normativi che i diversi governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni hanno indirizzato verso una logica di ridimensionamento delle risorse economiche e di moltiplicazione delle norme e dei regolamenti organizzativi e funzionali.
In questi anni ho avuto modo di acquisire una conoscenza dei problemi che il mondo universitario è chiamato oggi ad affrontare e ho compiuto scelte, a volte difficili, con l’unico obiettivo di garantire il nostro Ateneo e i nostri studenti dalle conseguenze che le “riforme” dell’assetto universitario avrebbero potuto determinare nei termini di una forte contrazione dell’offerta formativa e di una limitazione di fatto del diritto allo studio.
Questa mia determinazione è stata animata dalla consapevolezza del ruolo cruciale che la garanzia del diritto allo studio rappresenta per la nostra democrazia: la conoscenza è l’unico vero strumento a garanzia del lavoro, del benessere, della coesione sociale e della crescita economica e culturale di un paese, per il presente e per le generazioni future.
Stiamo vivendo un periodo di grandi trasformazioni, segnato a livello globale da profonde crisi sociali, economiche e politiche, e solo un forte impegno sul piano dell’istruzione e della formazione universitaria può garantire una via d’uscita positiva alla crisi. Purtroppo questo impegno a livello istituzionale, se pur reiterato a parole, viene ormai troppo spesso disatteso nei fatti, con una grave riduzione delle risorse finanziarie necessarie a far funzionare il sistema dell’istruzione e della formazione universitaria, ma anche con la diffusione di un clima di diffidenza e di delegittimazione nei confronti della Scuola e dell’Università, accusate di fare cattivo uso del denaro pubblico e di non garantire una preparazione adeguata agli studenti. Se andiamo però a vedere i dati concreti dell’impegno delle nostre istituzioni nel campo della formazione ci accorgiamo subito di come l’Italia si collochi agli ultimi posti di tutti i rating internazionali sulla formazione universitaria: il nostro paese investe solo l’1% del PIL nel settore dell’università, collocandosi al 32° posto sui 37 dei paesi OCSE per la spesa nell’educazione, ben al di sotto della media OCSE per la spesa pro- capite per studente universitario (media OCSE $13.528, Italia $9.580) e di quella del numero dei laureati (media OCSE 36/100 abitanti, Italia 22/100 abitanti); dati a cui si è aggiunta, in questi anni di crisi economica, una contrazione nel numero di iscritti alle università statali che ha colpito soprattutto il centro e il sud d’Italia.
Lavorare in questo contesto è stato un banco di prova severo che mi ha consentito però di maturare un’esperienza e una competenza che ritengo indispensabili per la delicata funzione di Rettore che, oggi più che mai, è chiamato a svolgere un difficile ruolo politico, per il quale è sempre più necessaria una capacità di programmazione e una conoscenza specifica del sistema universitario per orientare le scelte che influiranno sulle vite dei singoli che compongono la nostra Università: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo.
L’Università è il luogo di formazione degli uomini e delle donne di domani, deve essere un luogo di libertà, di democrazia e di garanzia, soprattutto in un territorio come il nostro, contro i poteri mafiosi. Tutto questo ha un valore incalcolabile che deve guidare le nostre scelte quotidiane, le deve sostenere nella massima condivisione con tutti gli attori che partecipano a questo processo, sapendo ascoltare e modificare le nostre posizioni quando necessario, ma realizzarle poi con coraggio, impegno e determinazione».
Il Documento Programmatico consta dei seguenti punti: offerta formativa, rappresentanza e partecipazione, diritto allo studio e servizi agli studenti, politica di valorizzazione delle differenze e di promozione delle pari opportunità.
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