Pare opportuno precisare alcuni aspetti relativi ai social media del blog Younipa per evitare fraintendimenti e agevolare la formazione di opinioni informate su fatti e documenti. Si consiglia di leggere anche il post con cui annunciavamo il passaggio a blog non ufficiale di Younipa e dei social media del blog.
- i social media del blog (facebook e twitter in particolare) sono stati aperti contestualmente alla creazione del blog nel 2012 ed erano esplicitamente previsti nel progetto da noi presentato che ha vinto il bando;
- i social media sono sempre appartenuti al blog che li ha messi a disposizione della comunità pro bono;
- abbiamo aperto noi, gestito noi e moderato noi i social media legati al blog Younipa;
- non abbiamo aperto noi la pagina che riporta il logo di Younipa e nel 2015 abbiamo scritto alla pagina e segnalato la violazione a facebook;
- i contenuti presenti nei social media del blog (facebook, twitter e LinkedIn) sono stati quasi esclusivamente link a post presenti su Younipa.it;
- da sempre nelle descrizioni dei social media è stato esplicitato che erano gestiti dal blog Younipa.it;
- da sempre i social media hanno linkato al blog Younipa.it;
- ogni aspetto della gestione del blog e dei relativi social media è stato concordato con l’Università di Palermo e comunque era sottoposto a verifica e controllo dall’Università di Palermo;
- l’Università ha chiesto formalmente con una nota di collaborare nella gestione delle pagine social del blog (facebook, twitter, Instagram) messe a disposizione fino al naturale termine del contratto, richiesta che abbiamo accettato;
- l’Università era ampiamente al corrente del fatto che al termine del contratto blog e relativi social media sarebbero rimasti nella disponibilità esclusiva del blog;
- la questione è stata trattata con l’ufficio legale dell’Università;
- siamo stati inseriti nella gestione della pagina LinkedIn da un soggetto universitario che poi si è rimosso dall’amministrazione e attualmente siamo gli unici amministratori;
- alla scadenza del contratto siamo prontamente intervenuti per sciogliere ogni situazione di ambiguità, rimuovendo il logo di Unipa dove presente, modificando le descrizioni dei social media e cambiando il nome della pagina facebook anche per fare decadere la verifica della pagina che avrebbe potuto generare confusione, fermo restando che la nostra comunità di riferimento resta quella dell’Università degli Studi di Palermo;
- gli utenti che non volessero che appaia sul loro profilo facebook un collegamento con la pagina Università degli Studi di Palermo – Younipa possono agevolmente modificare l’associazione editandolo.
Siamo certi di avere agito secondo contratto, bando, progetto, buona fede e buon senso.
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Non conosco bene i fatti, ma basandomi sugli ultimi articoli non riesco a rinvenire i caratteri della buona fede e del buon senso. Soltanto un’amministrazione assente poteva affidare un compito talmente importante (la Comunicazione) ad un soggetto – o più soggetti – esterni. È più che comprensibile che il nuovo rettore voglia riportare questo compito all’interno della sua amministrazione. Ritengo che avreste dovuto fare un passo indietro, ma si tratta soltanto di un’opinione che non necessariamente deve corrispondere a ciò che è davvero giusto. Non ho molti punti di riferimento nel campo del diritto, ma penso che qualsiasi “battaglia legale” avanzata dall’Università di Palermo avrà come esito il diritto di poter avere (finalmente) accesso – esclusivo – quanto meno sulle pagine dei social, con immensi vantaggi per tutti gli iscritti all’Ateneo. Non cambia nulla se da un giorno all’altro avete cambiato il nome della pagina.
Grazie per il suo commento, la pensiamo diversamente.
Ma se domani io pubbblico un blog chiamato YouToniSiino.it o YouRosalio.it che succede? Da quello che leggo nulla.
DOMANDE:
1.pensa che gli account social da lui creati abbiamo giovato del fatto che siano stati per molto tempo “Account Verificati” di UniPA?
2. pensa che gli stessi account e lo stesso BLOG senza UniPA dietro avrebbero avuto lo stesso appeal mediatico?
3. pensa che le persone con cui ha fatto il contratto siano state sufficientemente preparate sull’argomento e ha fatto presente esplicitamente che alla chiusura del contratto gli account sarebbero rimasti a lui?
Personalmente non la trovo una cosa eticamente corretta, ma questo è solo il mio personale punto di vista
Grazie per le sue domande.
1) probabilmente avranno giovato, così come l’Università ha giovato del lavoro prestato sugli stessi;
2) non siamo in grado di rispondere, la stessa domanda senza risposta vale per la comunicazione nella blogosfera e sui social di Unipa se non fosse avvenuta attraverso questi canali;
3) i nostri interlocutori sono stati ampiamente informati dei risvolti prima e durante il contratto e, come si legge nel post, l’Università era ampiamente al corrente del fatto che al termine del contratto blog e relativi social media sarebbero rimasti nella disponibilità esclusiva del blog.
Speriamo che il suo giudizio ora possa basarsi su una conoscenza migliore del contesto.
In realtà no.
1. Lei ha giovato di un contratto con UniPa e il suo lavoro era proprio fare crescere Blog e account social
2. davveroi di non sapere se l’account ufficiale “Nike” sarebbe stato lo stesso senza la verifica dell’azienda produttrice?
3. I suoi interlocutori probabilmente non capiscono nulla di social, blog o siti internet e (personalmente) non avrei MAI messo una clausola di questa natura perché la trovo eticamente sbagliata.
E questo è quanto.
Abbiamo aderito a una manifestazione di interesse e il contratto va visto in un momento storico in cui l’Università aveva un bilancio in perdita. Abbiamo operato a nostro avviso secondo contratto, bando, progetto, buona fede e buon senso.
Sono convinto che il rettore Fabrizio Micari (e chi per lui) ha deciso, comprensibilmente, di far tornare l’amministrazione degli account social allo staff dell’università (composto da persone designate direttamente da lui). Coincidenza (ma soltanto, appunto, una coincidenza) vuole che questa decisione coincida con il periodo in cui il regolamento contrattuale (stipulato – questo sì, in buona fede – con la precedente amministrazione) trovi la sua scadenza.
La “buona fede” ed il “buon senso” da voi citati fanno riferimento non ad altro che alla pretesa di avere un corrispettivo (qualcosa di simile ad un’indennità di fine rapporto mista a donazione) per la “consegna” degli account ovvero, in alternativa, il vostro inserimento nello staff (con relativo stipendio), cui segue, di conseguenza, trasformazione di quel contratto (e del vostro “lavoro”) da titolo gratuito a titolo Oneroso (oneri che provengono dalle tasse pagate dagli studenti).
Conferma la mia opinione il vostro precedente articolo con il chiarimento sulla controversia con l’Università: sono chiari gli accenni a fantomatici imprenditori che si sono fatti avanti nel rilevare (di certo non gratuitamente) gli account, velate minacce di raccontare i difetti di viale delle scienze (sorge un interrogativo: perché non li avete scritti prima?) e riferimenti alla vostra capacità di gestire diffide e querele.
Qualora l’amministrazione dell’Università che frequento davvero decida di scendere ai vostri patti, rimarrei molto amareggiato, così come (opinione personale) tantissimi altri colleghi e docenti.
Non ho mai seguito questo blog, ma soltanto la pagina Facebook – pagina Facebook che rappresentava l’Università degli Studi di Palermo, non il blog Younipa.
Cordiali saluti
Marco nessuna richiesta da parte nostra è stata avanzata, logico che nel momento in cui il blog non è più ufficiale la linea editoriale possa essere differente.
“Buona fede” e “buon senso”, citati in questi giorni molto spesso da voi, che, compiendo un’analisi maggiormente approfondita, mancano del tutto. Mancanza testimoniata dalle vostre lacunose risposte agli interrogativi (fin ora pochi – questa questione meriterebbe un risalto ben più ampio) che vi sono stati posti.
Chieda pure.
Spero SOLO che i legali di younipa non abbiano studiato legge sui giornali del fruttivendolo… così come quelli che hanno partorito l’idea dei parcheggiatori abusivi a pagamento dentro il campus !!!
Di sicuro Tony fai la parte del cattivo in questa storia. Puoi aver fregato Unipa e i suoi rappresentanti con un contratto (anche se ho letto che non sarebbe poi così semplice la questione) ma fatto sta che in fin dei conti hai pur sempre espropriato (legalmente) i canali social ufficiali all’università. Costringendo decine di migliaia di persone a cambiare il profilo perché ora risultano studenti o ex studenti del tuo blog.
Genio malvagio ma pur sempre malvagio. Se hanno firmato un contratto in cui dopo un tot di tempo l’universita ti regalava i suoi canali social, evidentemente hai rubato le caramelle a dei bambini. Certo che ci siano dei “bambini” (per non dire dei raccomandati senza nessuna competenza) al comando di Unipa e della sua comunicazione è molto triste, ma quello che hai fatto di sicuro non era la cosa migliore per l’università, solo per te. Io non tolgo YouUnipa dal profilo di fb finché non lo restituisci all’università!
Poveri ingenui…ne riparliamo appena sarà chiaro chi gestirà i loro e perché. 😉
Capisco che ci possa essere qualcosa sotto (potresti anche dirlo) e che tutte le carte siano a tuo vantaggio, però concorderai con me che nessuna società seria stipulerebbe un accordo in cui in cambio di un’ottima gestione social regala le pagine social dopo un tot di anni a chi le ha gestite. Ovvio che tu hai lavorato gratis per 4 anni e non è poco, ma privarsi dei propri canali social ufficiali è una cosa veramente folle, una mossa da dilettanti allo sbaraglio.
Però alla fine dei conti la cosa giusta, senza dubbi, sarebbe stata lasciare i canali all’università.
I canali social media sono sempre stati del blog.
La proprietà non conta nulla se non legalmente, infatti ho sempre detto che legalmente la posizione di Tony Siino sarà sicuramente inattaccabile.
Ma da qui a dire che i canali social erano del blog è un po’ paraculo come cosa, visto che erano la pagina ufficiale dell’università, se io mi “registravo” con facebook all’università lo facevo con quella pagina Facebook e adesso PER SEMPRE, nei miei post mi sarò registrato presso “You Unipa”. Gran cosa.
[…] seguire, ovvero che Tony Siino non è il proprietario delle pagine social dell’Università (nonostante le precisazioni pubblicate ieri), che è tenuto a restituirle e che, perfino, dovrà subire azioni legali. Colpevole, senza ombra […]
Gentile autore siino, negli ultimi due articoli avete parlato più volte di “buona fede” e “buon senso” da parte vostra. Perché, allora, cancellare i commenti e gli interrogativi che vi sono stati posti nella giornata di ieri 21 settembre? Interrogativi posti non dall’amministrazione dell’Università di Palermo, bensì da semplici studenti.
Non è così? A quale post rispondeva con «Chieda pure»? Perché è stato cancellato?
Non ho più intenzione di continuare a leggere i vostri “chiarimenti”.
La situazione è chiara. Il contratto era a titolo gratuito. In queste settimane è maturata la sua naturale scadenza e le vostre condizioni sono state l’inserimento dentro lo staff UniPA (con relativo stipendio) ovvero corrispettivo a fronte della concessione degli account. Importi (entrambi) che derivano dalle tasse di noi studenti cui è seguito rifiuto – netto – da parte del rettore Micari.
Nessun commento è stato cancellato da questo post. Non abbiamo posto alcuna condizione né da parte loro è giunta alcuna proposta.
Essendo documenti pubblici e a prescindere dalle opinioni sulla correttezza di quanto accaduto, penso che se pubblicaste l’avviso di manifestazione di interesse e il contratto stipulato con UniPa non sarebbe male. E’ possibile?
Il bando è qui: http://www.unipa.it/amministrazione/rettorato/comunicazione/.content/documenti_News_primo_piano/selezione_x_BLOG_Ateneo.pdf
Il contratto non è disponibile online. Un tempo lo era allegato alla seduta del Consiglio d’Amministrazione in cui era stato approvato.
Il contratto tu dovresti averlo…o no?
Il link al bando non funziona
http://www.unipa.it/amministrazione/area2/uoa07bis/.content/documenti_Bandi_e_Selezioni/blog.pdf
Dall’avviso:
“Nell’ambito delle sue attività di comunicazione, e in particolare del piano di comunica- zione denominato “Univercittà”, l’Università degli Studi di Palermo ricerca un soggetto esterno che progetti, coordini e gestisca l’attività editoriale delle pagine ufficiali e dei relativi account dell’Ateneo sui principali social network, quali Facebook e Twitter, Google Plus, Linkedin, Flickr, Instagram, collegate al sito unipa.it e al blog ufficiale di Ateneo”.
Stai facendo riferimento a un bando successivo mai aggiudicato.
Il contratto, come scritto da voi stessi, già in passato era online. Perché, allora, non vi prendete il piccolissimo incarico di caricarlo nuovamente sicché da interrompere ogni discussione e mostrare finalmente la vostra conformità a (cito testualmente) «contratto, bando, progetto, buona fede e buon senso»?
Non sappiamo se possiamo farlo, chiediamo all’ufficio legale.
Se io fossi al vertice dell’ateneo chiederei ai miei collaboratori di spiegarmi la ragione per cui il registrant del blog younipa è un privato, considerato che l’ateneo dispone di server e domain registrati che cura direttamente. Si può dare in gestione un servizio senza cedere la proprietà del servizio, in altre parole il registrant di younipa poteva essere un dirigente di unipa e il gestore poteva essere il privato vincitore del bando, dunque sorge spontanea la domanda: sapevano cosa facevano?
Salve, non sarebbe stato possibile inserire pubblicità su un dominio o un server dell’Ateneo, indispensabile per provare a compensare lo sforzo del privato che rendeva un servizio a titolo gratuito, e lo schema del contratto era consapevole per entrambe le parti ovviamente.
Salve, infatti la vicenda è anomala perché IMHO non esistono servizi a titolo gratuito, tutt’al più a prezzo nullo, con costi di gestione compensabili mediante sponsorizzazioni etc. L’ateneo avrebbe dovuto garantirsi il rientro del valore prodotto, i contatti social, non l’ha fatto e perciò si è creato il presupposto per una compensazione onerosa alla scadenza del contratto.
[…] capire se il fornitore abbia fatto bene o male (potete leggere qualcosa su Rosalio, sullo stesso blog YouUnipa e su altre testate). Ovviamente, non mi permetto di affrontare le beghe legali. Sono certo che il […]
“Siamo certi di avere agito secondo contratto, bando, progetto, buona fede e buon senso.”
Secondo contratto, bando, progetto sicuramente.
buona fede e buon senso ce n’è davvero poca, soprattutto della prima.