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Polemiche sulla candidatura di Micari senza le dimissioni da rettore


Da più parti stanno nascendo polemiche sulla candidatura del rettore Fabrizio Micari a presidente della Regione Siciliana senza dimettersi da rettore.

Micari ieri in conferenza stampa ha detto che si sta cercando una formula per evitare situazioni di inopportunità durante la campagna elettorale.

Il vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali Claudio Fava e Ottavio Navarra, probabili candidati a sinistra, hanno espresso perplessità e Franco Busalaccchi, candidato con gli autonomisti ha dichiarato: «Sono rimasto stupito nel leggere una dichiarazione, del professor Fabrizio Micari, che annuncia la propria candidatura alla presidenza della Regione siciliana nel centrosinistra, aggiungendo che non ha alcuna intenzione di dimettersi da rettore dell’Università di Palermo, questa posizione è eticamente inaccettabile: il professore Micari si deve dimettere subito da rettore. Il rettore dell’Università di Palermo non può coinvolgere l’ateneo nella campagna elettorale. Il rettore si deve occupare dell’università e degli studenti. Il professor Micari non può dire: mi dimetterò dopo. Credo che dovrebbero essere gli stessi docenti universitari a intervenire subito, per eliminare questa anomalia. Del resto, le istituzioni prevedono la possibilità del vicariato e della supplenza e mi fa specie che il Senato accademico non si ponga il problema. Lo stesso discorso vale per il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando.

Anche il rettore dell’Università di Catania Francesco Basile ha espresso perplessità in una intervista a Live Sicilia: «Posso assicurare che non mi sarei mai candidato e che mai lo faròPremetto che ho il massimo rispetto nei confronti di chi ha fatto scelte differenti. Ma penso che la figura del rettore debba essere qualcosa di diverso. Penso che l’Università debba tenersi quanto più possibile lontana dai giochi della politica. Mantenere una autonomia chiara. E anche per un altro motivo. Penso agli studenti. Credo che anche loro debbano essere tutelati, tenuti fuori da questi discorsi. Penso che non vada mescolata Università e politica, insomma. Ma ribadisco, è una mia opinione personale, rispetto chi fa scelta diverse e le considero legittime».

Al momento nessun segnale dall’Università: le prime sedute del Consiglio d’Amministrazione e del Senato accademico che potrebbero sollevare la questione di opportunità saranno tra non meno di due settimane.

AGGIORNAMENTO n.1: Azione Universitaria ha inviato un comunicato.

«Azione Universitaria boccia la candidatura del rettore Micari a Presidente della Regione. Una scelta che dimostra, ancora una volta, come l’università sia intesa soltanto come trampolino di lancio per carriere politiche e ambizioni personali che nulla hanno a che vedere con gli studenti e l’università. L’ateneo dovrebbe mantenere una sua indipendenza e non può essere trasformato in un comitato elettorale.

Prendiamo atto – dichiara Marco Tronci Portavoce di AU Palermo – che da questo momento a capo dell’università non c’è più un rettore ma il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. A pochi giorni dall’inaugurazione dell’anno accademico, e a fronte dei numerosi problemi che affliggono l’ateneo, il nostro pensiero va ai numerosi studenti che ogni giorno devono far fronte ai disservizi che rendono unico, in Italia, il nostro ateneo. La sua candidatura e la sua intenzione di restare seduto sulla poltrona di rettore – continua Tronci – dimostrano il suo totale disinteresse nei confronti degli studenti e dell’università quanto la mancanza di rispetto per il ruolo che riveste. Per questo motivo Azione Universitaria chiede le dimissioni immediate e irrevocabili. Il rettore Micari si prepari da una stagione di contestazione».

AGGIORNAMENTO n.2: «Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia ha dichiarato ritirando la sua candidatura

«il rettore Fabrizio Micari è incandidabile, si sarebbe dovuto dimettere prima perché la legge, alla lettera L, recita che non sono candidabili anche “i direttori generali, amministrativi e sanitari delle unità sanitarie locali, oltre ai legali rappresentanti delle aziende ospedaliere e delle aziende policlinico-universitarie”, a meno che non ci si dimette prima. Micari presiede il Consiglio di amministrazione del Policlinico, di cui nomina il direttore sanitario».

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