In un lungo post su facebook, il professor Daniele La Barbera, docente presso il dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata manifesta, con un chiaro disappunto le modalità scelte da alcuni studenti per evidenziare alcune difficoltà che non hanno consentito la piena attivazione dei tirocini a distanza. Infatti, le loro rimostranze sono state oggetto di un servizio andato in onda sulla trasmissione satirica striscia la notizia.
Il professor La Barbera si chiede se gli studenti non abbiano provato un pò di disagio, un accenno di sdegno, un filo di disgusto, anche soltanto un solo attimo di perplessità a vedere la loro scuola oggetto di un servizio che metteva in cattiva luce la loro università. Chiedendosi inoltre, se non fosse stato necessario, trovare altri canali per rivendicare i loro diritti e manifestare il loro malcontento.
Ecco il post
DEDICATO AGLI STUDENTI DI MEDICINA DI UNIPA
Insegno all’Università da quasi 40 anni; ho iniziato con la Scuola per Assistenti sociali come supplente del mio professore, per poi negli anni passare a Medicina, a Psicologia, alle Specializzazioni e a una quantità imprecisata di Master, Corsi di aggiornamento e di formazione, in Italia e in molti paesi all’estero.
Ogni esperienza didattica mi ha dato qualcosa, ogni classe mi ha coinvolto, arricchito e stimolato, e allora come ora, continuo a stabilire tanti bei legami con molti studenti. Molti li ricordo, molti mi ricordano, a volte anche su questa pagina, con parole simpatiche e affettuose che mi riempiono di gioia. E so che questa mia esperienza è comune a molti docenti della Scuola di Medicina, magnifiche persone, – sia dal punto di vista delle qualità umane, sia per esperienze e competenze didattiche e scientifiche – che mi onoro di avere come amici. Credo dunque di essere autorizzato, ammesso che abbia bisogno di una qualche autorizzazione per esprimere il mio pensiero, a porre queste riflessioni riguardo al servizio andato in onda su “Striscia la notizia“ nel quale si commentano coll’abituale tono sarcastico e scandalistico, le difficoltà rilevate dagli studenti nell’iniziare l’attività di tirocinio a distanza. Mi auguro che molti di voi lo abbiano visto e spero vivamente che anzichè ridere soddisfatti e compiaciuti dell’impresa volta a gettare cattiva luce sulla vostra Scuola e a ridicolizzarla, abbiate provato un pò di disagio, un accenno di sdegno, un filo di disgusto, anche soltanto un solo attimo di perplessità.
Lo studente ha sempre tutto il diritto a fare rispettare i propri diritti, ovviamente non è di questo che stiamo discutendo, e ha anche il sacrosanto diritto di lamentarsi e di muovere delle critiche se vi sono delle falle nell’impianto organizzativo della didattica. Ma siete certi che quella di Striscia fosse l’unico e il più efficace modo di evidenziare le difficoltà iniziali nell’avvio dei tirocini a distanza? Siete sicuri che quella fosse la modalità più congrua di mettere in rilievo una problematica in un periodo di estrema difficoltà e complessità come quello che stiamo vivendo da oltre due mesi e che dovrebbe vederci tutti più uniti, solidali, collaborativi e propositivi? Siete sicuri di avere reso un buon servizio alla Scuola che vi ha accolto e vi porterà al conseguimento di un titolo di studio prestigioso e immediatamente spendibile sul mercato del lavoro? Siete sicuri di avere contraccambiato con la stessa moneta l’impegno e la disponibilità dei docenti, che anche in questi due mesi di tremende difficoltà organizzative, hanno fatto il massimo e dato il massimo per offrirvi il servizio migliore pur tra tanti problemi e patemi? Ma, soprattutto, siete certi di avere reso un buon servizio a voi stessi? Siete davvero certi, costringendo il vostro Rettore a una intervista sgradevole, fastidiosa e sfottente in un periodo di tremende difficoltà gestionali, di avere fatto la cosa migliore possibile per la vostra formazione? A me quel video ha lasciato esterrefatto e basito. Ho percepito la superficialità di pensiero e di sentimento che lo ha mosso, la narcisistica smania di protagonismo, lo sciocco desiderio di conquistare uno spazio in una TV nazionale, di avere una risonanza mediatica, non importa se grossolana ed evanescente. E per raggiungere questi risultati così nobili ed elevati, che ovviamente nulla hanno a che fare e non incrociano in nessun modo il proprio diritto allo studio e alla formazione professionale, non si è esitato a sacrificare il legame di lealtà con i vostri docenti, con la propria Scuola, con l’Istituzione alla quale appartenete e con la quale, in modo evidente, non siete riusciti a sviluppare nessun senso di comunità, nessun pur minimo legame di affiliazione. Spero solo che questa eroica e spavalda azione mediatica, di cui certo andrete fieri, vi abbia compromesso il rapporto con i colleghi, mi auguro molti e consapevoli, che hanno disapprovato questo gesto insulso; e che magari sono convinti che bastasse rivolgersi, per via istituzionale, ai docenti, al Coordinamento della Scuola, al Coordinamento del corso di Laurea. Certo, anche se più funzionale sarebbe stato meno spettacolare, e avrebbe dato poche soddisfazioni a chi, nelle proprie azioni vuole, per prima cosa, più che risolvere i problemi nel modo più semplice ed efficace, fare danno, nuocere agli altri e avere visibilità e popolarità. Ma questa, ve lo posso assicurare con assoluta certezza, è davvero una pessima premessa per diventare un buon medico. E lo scrivo con molta amarezza.
Se lo Statuto fosse scrupolosamente applicato ed osservato, molti disservizi segnalati potrebbero essere eliminati tempestivamente con idonee azioni riparatorie disposte dagli organi di vigilanza e controllo.
Purtroppo lo Statuto non è utilizzato nella sua essenza di fonte regolatoria della vita collettiva universitaria.