Raggiungiamo telefonicamente il Magnifico Rettore Fabrizio Micari, che ci concede una lunga intervista in cui ci parla del bilancio della fase 1 di questa emergenza sanitaria e ci spiega anche gli indirizzi dell’Università per l’imminente futuro. Abbiamo rivolto al Rettore anche diverse domande che ci sono pervenute dagli utenti dei nostri social e lo ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e per la lunga chiacchierata. Riportiamo di seguito le domande con le relative risposte.
Questa emergenza sanitaria ha preso un po’ tutti alla sprovvista. Come secondo lei ha retto il colpo l’Università di Palermo? qual è a suo avviso il bilancio di questa fase 1?
Il Bilancio della fase 1 secondo me è soddisfacente. La didattica è andata avanti, abbiamo impiegato qualche giorno all’inizio per capire come poterci organizzare al meglio ma poi siamo partiti. Non eravamo attrezzati e neanche forse mentalmente strutturati, anche adesso continuiamo ad essere convinti che la didattica in presenza è cosa diversa e non può essere sostituita, ma bisognava fare di necessità virtù e noi ci siamo riusciti. Abbiamo fatto una sessione di laurea in cui si sono laureati 2.900 ragazzi, si sono organizzati gli esami on line, pur con le difficoltà del caso (soprattutto legati agli esami scritti) e alla fine della sessione abbiamo registrato il dato di 29.000 esami sostenuti e superati e i crediti acquisiti dagli studenti hanno subito un incremento del 30-35% rispetto allo scorso anno. La Sessione di aprile è andata benissimo.
A proposito della fase 1, molti studenti anche attraverso il nostro blog, hanno lamentato il fatto che in diversi corsi è stato di fatto abolito il terzo appello della sessione invernale, coincidente con l’insorgere della pandemia. Crede che gli studenti potranno recuperarlo?
Ci stiamo adoperando in questo senso. Abbiamo chiesto delle liste di tutti gli esami in cui il terzo appello è stato troncato. Penso che entro questa settimana dovremmo avere la lista definitiva delle materie che hanno dovuto saltare il terzo appello, che verrà recuperato nella prima settimana di giugno.
Riguardo alle nuove modalità di didattica on-line si è pensato di venire incontro in qualche modo a tutti quegli studenti che non hanno la possibilità di permettersi alcun mezzo informatico che gli consenta appunto di partecipare alla formazione tramite web?
Come Università abbiamo reperito delle risorse e fatto un bando per dare una forma di rimborso spese agli studenti, anche se purtroppo non particolarmente ingente, per pagare connettività e dare un contributo per l’acquisto di tablet. Non sono stati ad oggi grandi contributi ma attendiamo alcune risorse economiche che dovrebbero arrivare da parte della Regione, un milione di euro per l’esattezza, che sembra stia arrivando e che potrà essere utilizzato per l’acquisto di apparecchiature elettroniche per i ragazzi. Inoltre abbiamo notizia che, nel nuovo decreto che dovrebbe uscire a giorni, dovrebbero esserci ancora delle altre risorse che potranno essere utilizzate a questo scopo.
La didattica a distanza a suo parere può portare con se degli abbassamenti di qualità negli insegnamenti?
La didattica on line è stato l’unico modo che abbiamo avuto in questo periodo di emergenza per assicurare agli studenti il diritto allo studio. Abbiamo cercato al meglio che abbiamo potuto, di fare di necessità virtù ma è chiaro che la didattica di presenza non potrà mai essere sostituita da quella on line. Il rapporto di un docente con i propri discenti è unico e indispensabile per tutte le tipologie di insegnamento, da quelli puramente teorici a quelli più tecnici.
A marzo tantissimi studenti hanno dovuto laurearsi on line, essendo stati privati di fatto di un momento importante di gratificazione e condivisione. avete pensato ad un modo per celebrare questi studenti non appena sarà rientrata l’emergenza?
Sicuramente non appena l’emergenza sarà rientrata faremo una grande festa per celebrare tutti gli studenti che si sono laureati in questo periodo di emergenza, ma tutto questo potrà accadere quando saranno nuovamente permessi gli assembramenti. Per allora faremo un Graduation Day allargato anche alle triennali e faremo in modo di celebrare al meglio i traguardi raggiunti dai nostri studenti. Al momento però non si possono fare previsioni sulle tempistiche, dobbiamo solo aspettare e vedere cosa succederà dal punto di vista delle misure di distanziamento sociale. Ma diciamo agli studenti che troveremo il modo migliore per celebrarli.
E per le lauree di luglio?
Per le lauree di luglio stiamo cercando di capire quale sarà la situazione nazionale. Al momento confermiamo che continueranno ad essere on line. Certo è che, in ogni caso, anche se i dati sul contagio dovessero essere confortanti a fine giugno, potremmo comunque permettere l’accesso alle sessioni di Laurea solo ai laureandi e al massimo ai genitori. Ma ripeto, ancora è troppo presto per poter fare una previsione. Intanto, non appena la nota del Ministro Manfredi ce lo ha permesso, siamo stati la prima Università italiana a riaprire l’accesso ai laboratori e alle biblioteche. L’Università inoltre si farà anche carico di dotare tutti coloro che dovranno frequentare questi luoghi, degli adeguati dispositivi di protezione.
Molti liceali prossimi al diploma già iniziano a pensare ai test di accesso di settembre. Ci avete pensato come organizzare il tutto?
Anche per questo punto stiamo cercando in progress di capire come evolverà la situazione. Sicuramente per i test di accesso all’università la cui programmazione dipende direttamente da noi, ci organizzeremo per fare in modo che vengano effettuati seguendo dei turni in più giorni, in modo da permettere a tutti gli aspiranti studenti di partecipare alle selezioni in totale sicurezza. Per i test d’ingresso alla Scuola di Medicina, invece, ci sarà da capire più in la come potersi organizzare, visto che devono essere svolti contemporaneamente e non sarebbe possibile prevedere una turnazione. Se sarà necessario comunque ci adopereremo per cercare ogni possibile soluzione, magari utilizzando anche qualche padiglione della Fiera del Mediterraneo.
Passiamo alla domanda forse più spinosa questione tirocini a medicina: siamo finiti anche su striscia la notizia. cosa non ha funzionato?
Mi preme spiegare bene la questione perché mi è dispiaciuto molto per l’equivoco che si è generato. Il 15 aprile il decreto ministeriale aveva dato il via ai tirocini a distanza. A quel punto i colleghi della Scuola di Medicina si sono attivati per l’organizzazione dei tirocini sanitari. Quest’anno il numero degli studenti che deve effettuare il tirocinio è di gran lunga superiore a quello degli anni passati per una serie di motivi. Innanzitutto questo è l’anno, cominciato nel 2014, dei ragazzi che entrarono a seguito di ricorso. Quindi parliamo di 1.200 studenti che devono effettuare tirocinio, a fronte della media di 300 degli anni passati. Inoltre abbiamo voluto dare la possibilità di partecipare al tirocinio TPVES (Tirocinio Pratico Valutativo per Esame di Stato) a tutti i ragazzi che hanno acquisito il diritto a potervi accedere, sostenendo tutti gli esami necessari, fino alla sessione che si è conclusa a fine aprile. Molti ragazzi hanno così potuto recuperare qualche materia del 4 anno che avevano in arretrato (per effettuare il tirocinio bisogna essere in regola con tutte le materie del 4 anno). Anche li, abbiamo voluto consentire che ciò fosse possibile per una volontà di inclusione e per dare questa possibilità di effettuare questo step al maggior numero possibile di studenti. L’elenco dei ragazzi è stato aggiornato quindi fino al 29 aprile, con una sforzo organizzativo enorme da parte di tutto il personale che, intanto, lavorava da casa in modalità smart working. A quel punto è successo che, anziché la lista che l’ordine dei medici ha inviato a inizio maggio è stata utilizzata una vecchia lista di febbraio. Purtroppo c’è stato un errore con le liste, ma in un periodo di emergenza e lavorando in pochi giorni per far partire i tirocini il 6 maggio, poteva umanamente accadere. I colleghi della Scuola di Medicina si stanno veramente impegnando moltissimo per gli studenti, ad esempio so che si sono anche industriati portandosi i tablet in giro per le corsie a beneficio dei tirocini a distanza. Sono molto rammaricato e mi auguro che gli studenti possano capire che la volontà di tutti è sempre stata quella di offrire loro il migliore servizio possibile, pur in queste condizioni. Se si è fatto qualche errore lo si è fatto in buona fede.
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella qualche settimana fa, a proposito della chiusura delle scuole, ha affermato: “la scuola è anche luogo di relazione”. La loro chiusura è una ferita per tutti noi. Vorremmo un suo commento su questo e poi vorremmo sapere che impressione le fa vedere la nostra cittadella universitaria così vuota, deserta.
Concordo in pieno con il Presidente Mattarella. È molto triste vedere i luoghi della nostra vita universitaria vuoti, i viali, le aule, i luoghi di socializzazione. I ragazzi, i nostri studenti, sono il cuore pulsante della nostra Università. Mi auguro vivamente di rivedere presto la nostra cittadella universitaria popolata dagli studenti, e animata dal calore delle loro relazioni, dei loro dibattiti e della loro linfa vitale.
Se da tutto questo che sta succedendo, dovesse cogliere un’opportunità, un insegnamento. Quale sarebbe?
Sicuramente da tutto questo periodo di emergenza abbiamo imparato a conoscere meglio le opportunità della didattica on line. Questo tipo di didattica, se certamente non può essere considerato sostitutivo della didattica in presenza, a mio avviso potrebbe essere considerata come didattica integrativa, quando la situazione sarà tornata alla normalità, per permettere a quelle categorie di studenti, come ad esempio quelli che lavorano, di recuperare lezioni che non hanno potuto seguire di presenza o di presenziare tramite un dispositivo elettronico alle lezioni a distanza.
E poi, senza dubbio, questo periodo di distanziamento ci ha insegnato a tutti, studenti e docenti, quanto sia importante e assolutamente mai scontato lo stare insieme, il condividere. Sono certo che ne usciremo tutti migliori da questa esperienza.
A conclusione di questa nostra chiacchierata, che messaggio vuole lanciare ai suoi studenti?
L’UNIVERSITÀ È CON VOI, È AL VOSTRO FIANCO. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per assicurare il vostro sacrosanto diritto allo studio e per farlo nel miglior modo possibile. Si può sbagliare quando si agisce, a causa della fretta e di situazioni di particolare tensione, però sicuramente la volontà è quella di lavorare e collaborare tutti insieme per far raggiungere a voi tutti i traguardi che più vi stanno a cuore.
Maria Pia Scancarello
Numero chiuso a Medicina in epoca di Coronavirus: si può usare il voto di Maturità.
Per ridurre gli assembramenti il Rettore Micari pensa di far svolgere l’ammissione a Medicina presso i padiglioni della Fiera del Meditteraneo. Si potrebbe anche abolire il numero chiuso a Medicina per quest’anno e così si eviterebbero del tutto gli assembramenti e si eviterebbe il rischio di diffusione del Coronavirus.
Certo l’abolizione del numero chiuso, o programmato che dir si voglia, porterebbe a una nuova edizione dell’affollamento del Corso di Laurea in Medicina con difficoltà nella didattica professionalizzante e alla fine porterebbe a una nuova pletora medica con grande rischio di impreparazione e disoccupazione.
Per evitare i suddetti rischi e inconvenienti si potrebbe utilizzare per la valutazione degli aspiranti medici, la valutazione della scuola media superiore, del voto di MATURITÀ.
La prova di ammissione a Medicina, cosi come adesso è strutturata, non seleziona, in due ore, con 90 domande, i migliori studenti. Il voto conseguito all’esame di Maturità ha capacità predittiva superiore al test di ammissione. La prova di ingresso può essere sostituita con una graduatoria dei voti conseguiti alla Maturità. L’obiezione che è stata fatta e che ha portato all’abolizione del punteggio dei voti conseguiti alla Maturità, alla cancellazione del “bonus Maturità”, è stata: le scuole di provenienza non presentano uniformità di giudizio; il voto di certe scuole private, di certe scuole del SUD, non può essere paragonato al voto conseguito in certi licei altamente qualificati del NORD. Orbene cosa hanno dimostrato gli studi statistici sui laureati che hanno sostenuto la prova d’ingresso a Medicina? Che gli studenti più brillanti nel corso di studio, quelli che hanno conseguito il miglior voto di laurea non sono stati quelli che hanno avuto un più alto punteggio ai quiz di ingresso ma quelli che hanno avuto il voto più alto alla Maturità. In termini scientifici statistici, la correlazione è maggiore con il voto di Maturità e minore con il punteggio conseguito con i quiz di ammissione. Il voto di Diploma ha un valore predittivo superiore ai quiz, con i risultati positivi del corso di studio universitario (Studi di Alma Laurea dell’Università di Bologna: prof. Andrea Cammelli; ma anche studi statistici del prof. Emilio Sergio Curtoni–Torino-(Pedagogia Medica), del prof. Giuseppe Familiari–Roma-La Sapienza-(Medicina e Chirurgia).
I professori di Liceo, gli esaminatori della Maturità, sono più galantuomini dei Quiz di ammissione all’Università. Pertanto è giusto abolire i quiz di ingresso e utilizzare per l’ammissione i voti di Maturità. Se si fa così le polemiche e le accuse all’Università e alla Facoltà di Medicina diminuirebbero. Si avrebbero studenti più bravi e si eviterebbero assembramenti. E si eviterebbe un’occasione di diffusione del Coronavirus.
In alternativa, se non si vuole rinunziare ai quiz, si potrebbero effettuare i test dopo aver selezionato, in base ai voti di Maturità, un numero di partecipanti doppio rispetto ai posti disponibili (a livello nazionale circa 20000 candidati per circa 10000 posti disponibili ogni anno). In questo caso si potrebbe rischiare di meno, effettuando il quiz da casa, o da una sede universitaria periferica, in ambiente con ampia disponibilità di spazio.
Si tenga presente, che il motivo per cui, attraverso gli anni, dagli anni ‘90 in poi, la valutazione della scuola media superiore, della MATURITÀ è stata progressivamente ridimensionata e poi esclusa, risiede nel fatto che si è visto, che, se si dava importanza alla valutazione della scuola media superiore, al voto di MATURITÀ, molti figli di colleghi non sarebbero entrati nella Facoltà di Medicina.
E’ chiaro che il nostro interesse non è quello di far entrare in Medicina i figli dei colleghi, ma far entrare all’Università gli studenti più bravi, affinché non ci sia dispersione scolastica e vengano fuori bravi Medici .
Leonardo Venezia