Il 31 ottobre del 2021 scade il mandato del Rettore dell’Università di Palermo prof. Fabrizio Micari. Quindi, Unipa entrerà a breve nell’ultimo anno del sessennio di rettorato. L’ex presidente della scuola Politecnica Micari è entrato in carica nel novembre 2015.
L’ultima tornata elettorale ha visto competre due docenti: il prof. Vito Ferro, già pro rettore vicario e il prof Micari. Quest’ultimo ha vinto a mani basse. Negli anni, sembra che il consenso su cui poteva contare il rettore è scemato, sopratutto tra il corpo docente che gradualmente hanno registrato una certa disaffezione.
Il rettore viene eletto dai Professori e i ricercatori di ruolo e a tempo determinato; i rappresentanti degli studenti nel Senato Accademico, nel Consiglio di Amministrazione, nel Consiglio degli studenti; i rappresentanti nei Consigli di corso di studio e nei Consigli di Struttura di raccordo il cui voto è computato nella misura del 20 per cento di tutto il personale docente in servizio alla data delle elezioni; i rappresentanti del personale tecnico amministrativo nel Consiglio di Amministrazione e in Senato Accademico con voto diretto e una rappresentanza del personale tecnico amministrativo computata nella misura del 15 per cento. Il Rettore viene eletto a maggioranza degli aventi diritto nelle prime due votazioni. In caso di mancata elezione si procederà con il sistema del ballottaggio tra i due candidati che nella seconda votazione hanno conseguito il maggior numero di voti. In questo caso viene eletto chi ottiene la maggioranza dei voti e, a parità di voti, il più anziano nel ruolo e, in caso di ulteriore parità, il più anziano di età.
Il Professore Massimo Midiri, professore presso Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata e Direttore del Dipartimento Diagnostica per Immagini del Policlinico P. Giaccone, si rivolge in una lettera ai Docenti, al Personale Tecnico-Amministrativo e Bibliotecario e a tutti gli studenti dell’Università di Palermo facendo un’approfondita riflessione sul momento dell’università e sul suo futuro in vista di questa importantissima scadenza
Vi riportiamo la lettera per intero
Carissimi,
fra poco più di un anno saremo chiamati a scegliere il nuovo Rettore, che guiderà l’Ateneo in un tempo di grandi cambiamenti economici e sociali, e per ciò stesso potenzialmente ricco di nuove opportunità che non possiamo permetterci di lasciare incolte. L’Ateneo potrà affrontare questo cruciale passaggio solo attraverso la piena consapevolezza del proprio ruolo istituzionale, fondato sull’equilibrata integrazione di didattica, ricerca e terza missione, con l’obiettivo di contribuire al difficile processo di rinascita del Paese e del territorio regionale, provati ed impoveriti dalla emergenza sanitaria, ancora in corso. In un momento così critico, la cui drammaticità ho vissuto in prima persona da medico coinvolto nella diagnosi delle infezioni polmonari da COVID, si rende più che mai necessario intercettare i cospicui investimenti che sono attesi a sostegno della ricerca e del potenziamento delle infrastrutture, anche in ambito sanitario. Mi riferisco, in particolare, agli interventi per l’edilizia universitaria e l’innovazione digitale, nonché per un rilancio del Policlinico che valorizzi ulteriormente l’integrazione tra ricerca, assistenza ed alta formazione medica e professionale. La capacità di crescere e di cogliere le opportunità che si presenteranno nell’immediato futuro dovrà diventare la caratteristica distintiva di un Ateneo dinamico, in grado di trasformare in opportunità le tante criticità esistenti nel nostro territorio.
Come Comunità accademica, saremo all’altezza di questo difficile compito se riusciremo a recuperare l’essenza autentica del nostro lavoro, oggi troppo spesso soffocato da farraginose e vincolanti incombenze burocratiche, dalla rincorsa di freddi parametri di qualità, dalla sfiducia generata da un limitato coinvolgimento di persone ed esperienze nelle scelte strategiche dell’istituzione di cui siamo parte.
Consolidare i risultati fin qui ottenuti dall’Ateneo e porsi obiettivi di ampio respiro che definiscano una visione di medio-lungo termine, intesa come fattore di sviluppo e di innovazione, sono sfide che necessitano della più ampia partecipazione di tutte le potenzialità e competenze dell’Ateneo e della definizione di corretti rapporti istituzionali con le parti sociali.
In questo contesto, insieme a tanti Amici e Colleghi, ho maturato la convinzione che la gestione di vertice dell’Ateneo non possa prescindere da alcuni capisaldi che devono costituire il fondamento etico della responsabilità accademica: equilibrio, impegno, terzietà ed assoluta dedizione del Rettore alla funzione di indirizzo e rappresentanza dell’Ateneo, con esclusione di qualsiasi esposizione politica personale. In questo senso, ritengo necessaria l’introduzione di regole accademiche che, in coerenza con i princìpi di cui all’art. 1 del nostro Statuto, prevedano la decadenza dalla carica rettorale in caso di candidatura a competizioni elettorali di natura politica.
In considerazione della lunga durata del mandato unico previsto dalla Legge 240/2010, è poi opportuno prevedere una verifica di medio termine sull’operato del Rettore, attraverso un meccanismo che, allo scadere del primo triennio, richieda la esplicita e qualificata conferma del consenso, ferme restando le prerogative attribuite dall’attuale normativa al Senato Accademico, in corso di mandato. Costituisce, inoltre, priorità assoluta nella conduzione dell’Ateneo, ove questo voglia davvero recuperare una dimensione lungimirante ed inclusiva, stabilire una reale relazione interpersonale e tra pari attraverso il riconoscimento delle diverse sensibilità culturali, la valorizzazione di ogni funzione, la partecipazione attiva, ciascuno nel proprio ruolo, di studenti, personale TAB e docenti, l’introduzione di meccanismi trasparenti e collegiali nei processi decisionali. È, pertanto, fondamentale arricchire le scelte di governo con contributi plurali e rispettosi delle esperienze di ognuno e delle legittime aspettative di ogni area culturale e di tutti i lavoratori, nel quadro di una visione olistica dell’Ateneo. Intorno a queste idee, confortato dalle sollecitazioni e dalla dichiarata disponibilità ad un comune lavoro manifestatemi da tanti Colleghi delle diverse aree disciplinari e da numerosi Amici impegnati nella vita universitaria, ho maturato l’intendimento di proporre la mia candidatura a Rettore dell’Università degli Studi di Palermo per il sessennio 2021-2027 impegnandomi, a partire da oggi, ad elaborare un progetto collegiale che costituisca la base programmatica sulla quale edificare, nei prossimi anni, una rinnovata politica di Ateneo.
In questo percorso mi affiancherà il Prof. Enrico Napoli con il quale ho condiviso, in totale sintonia, la recente esperienza in Consiglio di Amministrazione. Non rivestendo attualmente alcuna carica nel governo accademico, riteniamo entrambi di poter lavorare all’elaborazione collegiale del programma, con trasparenza e senza alcuna potenziale interferenza con le attività di gestione dell’Ateneo, nel lungo intervallo che ancora ci separa dalla conclusione dell’attuale mandato rettorale. È nostro intendimento coagulare la più ampia e condivisa partecipazione, valorizzando conoscenze, esperienze e percorsi scientifico professionali, ampiamente presenti nella nostra Università.
In tale prospettiva, rivolgo, quindi, a tutte le componenti accademiche l’invito a partecipare a questo processo di obbiettiva analisi del presente e di strategica pianificazione del futuro, per immaginare e realizzare, insieme, il rilancio del nostro Ateneo nel panorama nazionale ed internazionale della ricerca e dell’alta formazione.
Confidando di poterVi incontrare a breve, invio un cordialissimo saluto.
Massimo Midiri
Contatti
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I rettori come tutti gli altri cittadini hanno il diritto-dovere di partecipare alla vita democratica del Paese.
Occorre un dispositivo legislativo di blindatura istituzionale con esercizio sostitutivo dei poteri rettorali per consentire la partecipazione alle competizioni elettorali al cittadino-rettore.
È questa lacuna che si deve colmare con la legge.
La colpa del rettore in carica e’ quella di non avere richiesto l’adozione di un dispositivo di legge idoneo a coniugare il diritto del cittadino-rettore a partecipare alla vita democratica con la tutela della Istituzione statale di cui è Organo di vertice.
Le dimissioni sono improprie e lesive di un diritto costituzionale