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Scuola. In Sicilia si riparte il 14 settembre. Musumeci: “ogni istituto può scegliere il rinvio al 24”


La scuola riparte oggi con i corsi di recupero, ma la vera prova del nove sarà dal 14 settembre. Quella è la data del ritorno ufficiale tra i banchi, anche se molte Regioni hanno deciso uno slittamento al 24. In Sicilia la scelta viene delegata gli istituti.

“Le scuole – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, alla trasmissione Quarta Repubblica di Nicola Porro su Retequattro – in Sicilia apriranno il 14 di settembre, ma diamo la facoltà ai responsabili di istituto, se non ci fossero le condizioni, di poter spostare l’apertura al 24 settembre”.

Ieri intanto è stato raggiunto un accordo tra governo e Regioni sulle regole per il trasporto pubblico, mentre il Comitato tecnico scientifico, in una nota, ha sciolto il nodo mascherina.

Niente mascherina a scuola se viene rispettata la distanza di un metro. Nella scuola primaria, “per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione”.

E ancora: “Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria”.

Il Comitato tecnico scientifico spiega che l’uso delle mascherine “è solo una delle misure di prevenzione che devono essere implementate in ambito scolastico in una corretta associazione con tutte le altre misure già raccomandate. L’apertura delle scuole è una esigenza primaria del Paese, ma lo è altrettanto la sicurezza e la continuità delle attività. Pertanto, accanto alle esigenze didattiche e formative, è necessario prendere in considerazione il principio di precauzione, la protezione dei lavoratori, la efficacia, la sostenibilità e la accettabilità delle misure proposte”.

Ma l’andamento dell’epidemia potrebbe comportare l’obbligo di utilizzare la mascherina, anche solo in alcune regioni. Il dato epidemiologico, spiegano infatti gli esperti del comitato, le conoscenze scientifiche e le implicazioni organizzative riscontrate, potranno determinare una modifica di queste raccomandazioni, anche in relazione ai differenti trend epidemiologici locali, dall’autorità sanitaria che potrà prevedere l’obbligo della mascherina “anche in situazioni statiche con il rispetto del distanziamento per un determinato periodo, all’interno di una strategia di scalabilità delle misure di prevenzione e controllo bilanciate con le esigenze della continuità ed efficacia dei percorsi formativi”.

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