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Referendum 2020: La paura Covid travolge anche gli scrutinatori


Fuggi fuggi tra gli aspiranti scrutinatori di tutta Italia.

In Lombardia sono state circa un centinaio, come hanno fatto sapere dal Comune, le rinunce last minute e così l’amministrazione ha deciso di lanciare un appello ai cittadini via social per mettersi a disposizione.

Invece, in Liguria sono 114 su 180 gli scrutinatori che il Comune di Imperia sta provvedendo a sostituire a causa delle rinunce arrivate all’ufficio elettorale principalmente per paura di contrarre il Covid durante le operazioni di voto e di spoglio.

E in diversi comuni più della metà degli scrutinatori ha dato forfait e si lavora “per rimpiazzare alcuni presidenti di seggio”.


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In Toscana, a Firenze hanno rinunciato 110 presidenti di seggio -nominati dalla Corte di Appello per le elezioni di domenica e lunedì – su un totale di 360.

Tutti i presidenti sono stati sostituiti.

Sul dato delle rinunce, ufficialmente per ‘indisponibilità’, potrebbe aver pesato la paura del contagio legato al Covid: alle ultime elezioni regionali la percentuale di rinunce era più bassa, intorno al 25%.

Per quanto riguarda gli scrutinatori le rinunce sono state 730 su 1470 persone: anche in questo caso è un dato più alto rispetto a cinque anni fa, quando rinunciò un terzo degli scrutatori.Stessa situazione in Puglia. 

In controtendenza la Campania dove sono 242 i dipendenti di Anm, l’Azienda napoletana mobilità, che oggi e domani saranno impegnati ai seggi elettorali e non saranno quindi in servizio.

Oltre il 90% delle richieste pervenute sono per il ruolo di rappresentanti di seggio.


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Anche “nel rispetto delle scelte di impegno politico dei dipendenti”, è scritto in una nota, “sta cercando di organizzare al meglio possibile il servizio di trasporto per i due giorni delle elezioni, pur con la consapevolezza che ci potrebbero essere delle ripercussioni sul servizio”.

L’azienda ricorda che per legge “non è consentito opporsi alla libera scelta dei dipendenti dell’impegno in occasione del voto”.

Ci auguriamo che la paura del covid non blocchi anche i cittadini e li spinga comunque a recarsi ai seggi elettorali per esprimere il proprio voto in merito a questo importante quesito referendario.


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1 risposta

  1. LEONARDO VENEZIA

    Si poteva, si doveva avviare per chi lo chiedeva, il voto elettronico da casa con il computer. Sarebbero diminuite le spese e si diminuiva il rischio assembramenti e contagii nelle sezioni elettorali per gli elettori, per gli scrutatori, per i presidenti.