Ed è proprio la movida, per i comportamenti dei protagonisti, uno dei motivi scatenanti dell’imminente stretta su divieti e chiusure.
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Lo sfogo dei gestori dei locali
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Le nuove possibili restrizioni
Adesso si parla con insistenza di nuove strette. Bar e ristoranti rischiano di chiudere alle 22, potrebbe scattare l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. Una prospettiva che angoscia ed esaspera chi ha retto a fatica il lockdown dell’inverno scorso e sperava in una ripresa per l’autunno. “Non sappiamo più cosa fare”, scuote la testa il titolare del The Club, Paolo Peroli, mentre scorre con il dito la serie di video.
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“Abbiamo messo decine di cartelli in tutto il locale ricordando le misure che tutti ormai conoscono; abbiamo trasformato la discoteca in bar, ricavato 300 posti a sedere con il dovuto distanziamento, abbiamo eliminato la pista. Lasciamo solo la musica e la luce soffusa. Ma questo, se incita le persone a ballare, non può essere considerato un delitto. Che facciamo, li fermiamo e li rimettiamo a sedere con la forza?”.
Le preoccupazioni per il futuro
Il clima è teso e confuso. E soprattutto tra i gestori dei locali c’è molta preoccupazione, ansia per il futuro immediato. La ripresa è appena iniziata in città. I dati sul Covid non aiutano.
Ma soprattutto non aiutano i comportamenti irresponsabili e sconsiderati di tutti quei giovani che utilizzano come forma di spavalderia, la sfida a infrangere le regole. Come se questo fosse un gioco. E forse pe loro lo è davvero. Per loro che, non devono a fatica barcamenarsi tra i problemi quotidiani della gestione di una attività, che non hanno alcun pensiero se non quello di uscire, bere, trasgredire, dimostrare al mondo di essere superiori anche alle regole.
Mi chiedo, queste sono le nuove generazioni? Abbiamo creato dei mostri. E la colpa non è sicuramente la loro. Il rammarico però rimane quello che per l’irresponsabilità di qualche cittadino “imbruttito” ci possano andare di mezzo tante attività commerciali che rischiano di vedere nuovamente dimezzati clienti e fatturati. A Milano, come a Rome, come a Palermo. Quindi ragazzi, usiamo la testa oltre che la mascherina. Ce n’è tanto bisogno.