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Spazzatura. Palermo discarica a cielo aperto


Palermo. Non so voi, ma io sono davvero stanca di sentir dire che “Palermo è una città bellissima non fosse per la spazzatura”. E no, non sono stanca perché non è vero, questo sarebbe campanilismo a matula. Sono stanca, anzi stanchissima, perché è la sacrosanta verità.

Partiamo da un anno fa…

Il 18 gennaio 2020, su Live Sicilia, esce un articolo proprio sull’argomento. Dopo numerose segnalazioni, il giornale indagava sul perché non solo nelle zone “storiche” (quelle cioè dove l’immondizia è sempre stata un problema) ma anche nelle aree pedonali e in centro (dove Palermo ha sempre tentato di tenere salda la nobile maschera ormai decaduta) la spazzatura regnava ormai sovrana. Nell’articolo si legge un’intervista al Presidente della Rap, Giuseppe Norata: “Dai circa 500 addetti allo spazzamento di quando è nata la Rap, in circa quattro anni siamo arrivati a 107 e spesso possiamo intervenire solo a macchia di leopardo. Ecco perché quando alziamo la voce sul piano del fabbisogno lo facciamo a ragion veduta: da soli non ce la possiamo fare. Potrebbero già fare comodo anche 100 operatori in più”. L’articolo si conclude con un buon auspicio: Salvo imprevisti il 16 gennaio è stato raggiunto un accordo sulla mobilità di 94 operatori dalla Reset alla Rap, che quest’ultima potrà impiegare nei servizi di spazzamento e raccolta dei rifiuti.

Andiamo avanti…

A inizio ottobre si legge su Repubblica dell’allarme per Palermo, che sta per ritrovarsi nuovamente sommersa dai rifiuti. Il motivo? Sempre Giuseppe Norata ha dichiarato: “Se ci dovessimo trovare con la spazzatura per strada e i cassonetti ricolmi si sappia che non è colpa della Rap”. Norata, infatti, ha accusato la Regione di essere colpevole della situazione in quanto da un anno manca una discarica. Infatti, Bellolampo è ormai arrivata alla saturazione, 5mila tonnellate di rifiuti indifferenziati (come scritto su Repubblica) ed è venuto meno l’appoggio di Eco Ambiente sia ad Alcamo che a Trapani, la prima perché rimasta coinvolta nell’indagine sullo scandalo delle mazzette (lo scorso agosto) e l’altra perché colpita da un incendio doloso, cosa di cui il palermitano medio raramente si stupisce (o inorridisce, come invece dovrebbe). Norata, sempre nell’articolo per Repubblica, dice di avere la soluzione sottomano, ampliare la sesta vasca e scaricarvi ben 25mila tonnellate di rifiuti. “Aspettiamo che arrivi il via libera da parte della Regione”.

Bene, andiamo avanti…

Siamo al 24 ottobre del 2020, quando sul Giornale di Sicilia approda questo titolo: “Giuseppe Norata indagato per disastro ambientale”. La notizia, che ai tempi è apparsa per intero sul numero cartaceo del giornale, è stata addirittura confermata dallo stesso Norata, che giustificò le proprie azioni dicendo di aver preferito ammassare l’immondizia sul piazzale di Bellolampo, piuttosto che sommergere la città di rifiuti. Ma a dire il vero, sono mesi che Palermo è già sommersa dalla spazzatura. Forse possiamo anche dire anni. Anzi, sempre forse, sarebbe il caso di dire che Palermo (e i Palermitani) utilizzano il metodo suggerito da Shary Bobbins, parodia di Mary Poppins apparsa nella serie animata “I Simpson” – di Matt Groening -, la quale suggeriva di nascondere spazzatura e sporco affinché non dessero più fastidio, ma senza la fatica di doversi mettere a pulire o l’impegno di dover risolvere il problema.

Lo scaricabarile delle colpe

Insomma, c’è chi da la colpa al comune, che alla regione, la regione darà colpa a qualcun altro…Io do la colpa un po’ a tutti, compresi noi cittadini che preferiamo fare lo slalom tra i sacchi di munnizza (scena vista da me la settimana scorsa) continuando a parlare tranquillamente al telefono, come se nulla fosse, ignorando scene aberranti come due adolescenti che giocano a calcio con un sacco pieno di bottiglie di plastica e lattine schiacciate (altra scena a cui la sottoscritta ha assistito qualche giorno fa, nei pressi di via croce rossa).

Insomma, sono giorni che passo per le strade fotografando il loro stato. Penso sia d’obbligo farlo e trovare il modo di manifestare il nostro malcontento, smetterla di chiudere gli occhi e tapparci il naso (ormai anche coperto dalle mascherine). Se non vogliamo bene alla nostra città non possiamo allora lamentarci dei disservizi che subiamo.


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A proposito dell'autore

Inguaribile nerd, dopo il triennio alla scuola di fumetto di Palermo, ho deciso di unire la mia passione per il disegno con quella della scrittura, così mi sono iscritta alla scuola Holden. Da qualche anno, sono tornata in Sicilia, la mia terra, dove mi occupo di corsi brevi di disegno e scrittura per bambini e di fumetto per ragazzi.