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Nuove preghiere per i cristiani. Come cambierà il Messale da domenica


Dalla Chiesa, in arrivo importanti novità che cambieranno il Messale e le preghiere. Le modifiche, fortemente volute da Papa Francesco e revisionate dalla Cei, rispecchiano più fedelmente il testo in greco antico delle preghiere. Le novità entreranno in vigore dal 29 novembre, prossima domenica, inizio del periodo di Avvento.

Cambieranno la preghiera del Padre Nostro, il Gloria al Padre e il linguaggio diventerà più inclusivo e paritario. Il nuovo Messale entrerà in vigore nella maggior parte delle diocesi italiane. Le altre entreranno a regime entro Pasqua 2021.

Ma vediamo quali sono le modifiche apportate alle classiche preghiere.

Come cambieranno le preghiere

Nel Padre Nostro, arrivano le parole: «non abbandonarci in tentazione» e non più «non ci indurre in tentazione» come si è recitato finora. Al momento della consacrazione, il prete all’altare dirà: «ecco l’Agnello di Dio.. beati gli invitati alla cena dell’Agnello». Inoltre il prete dirà, dopo il Santo: «veramente Santo sei tu, o Padre» e proseguirà «santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito». E sempre nella consacrazione un’altra modifica: «consegnandosi volontariamente alla passione». Infine, il Gloria avrà una nuova formulazione. «Pace in terra agli uomini amati dal Signore» e non più «agli uomini di buona volontà». E al Kyrie sono privilegiate le invocazioni in greco. Kirye eleison e Christe eleison. 

Il rito diventa più rosa

Il rito liturgico diventa più ‘rosa’ con un linguaggio paritario e più inclusivo. Alla parola “fratelli”, seguirà sempre la parola “sorelle”.
E’ stato rivisto in questo senso l’atto penitenziale. I cattolici a Messa diranno dunque: «Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…». Poi: «E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…».

NO agli abusi liturgici

La Conferenza Episcopale Italiana si augura che queste novità possano arginare la tendenza di qualche prete al fai-da-te. Il sacerdote non deve «togliere o aggiungere alcunché di propria iniziativa», ammonisce la Cei nell’introduzione al Nuovo Messale. E avverte: la «superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura» non solo «pregiudica la verità della celebrazione ma arreca anche una ferita alla comunione ecclesiale». Un caso su tutti? Quello del battesimo. Qualcuno invece che «io ti battezzo» diceva «noi ti battezziamo». Un abuso liturgico potrebbe- come ha avvertito lo scorso agosto lo stesso Papa Francesco – costa la validità del sacramento stesso.

Papa Francesco: un papa rivoluzionario

E’ proprio il caso di dire che Papa Francesco è un papa rivoluzionario. E le sue rivoluzioni nella Chiesa sono quelle che avvicinano il popolo intero al Vangelo. Sono le rivoluzioni che fanno nutrire la speranza di una fede rinnovata e al passo con l’evolversi del mondo e della società. Del resto, come lo stesso Papa afferma, “il Vangelo è novità e non bisogna avere paura dei cambiamenti”.

Dopo un lungo cammino di riflessione durato ben 16 anni e diverse traduzioni, la Conferenza episcopale italiana, ha quindi approvato quasi all’unanimità il nuovo messale romano, che riporta i formulari delle celebrazioni eucaristiche.

Il Natale: in attesa dei nuovi protocolli

Intanto, in vista del Natale, potrebbe esserci un nuovo protocollo per la Messa più sentita dell’anno. Il Comitato Tecnico Sanitario e Cei hanno avviato consultazioni per capire come poter modificare orari, presenze, cori e processioni.  

Tra i nodi da sciogliere, per esempio, quello dell’orario con un possibile allungamento di un’ora o due, per la sera del 24 dicembre, del ‘coprifuoco’ (oggi alle 22), per garantire la partecipazione alla Messa di ‘mezzanotte’. Naturalmente rispettando il controllo della temperatura, il distanziamento sociale, e le mascherine obbligatorie.


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