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Unipa. Malumori per il secondo affidamento del bar di Viale delle Scienze


Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Younipa.it

Per la seconda volta consecutiva, la concessione del servizio bar-ristorazione e di rivendita di generi di monopolio, presso il locale, sito al piano terra di fronte l’Edificio 13 di Viale delle Scienze, è stata affidata alla società Di Giorgio & Lupo s.a.s. di Giorgio Teresa.

L’affidamento ha suscitato un generalizzato disappunto tra i viale della cittadella universitaria. Ci segnalano che, nonostante la rosa di concorrenti, cui livello esperienziale e fatturato realizzato sembrerebbe essere di gran lunga superiore rispetto a quello maturato della società aggiudicataria, la Commissione Giudicatrice con l’avallo della Stazione Appaltante “ha preferito, aprioristicamente, affidare la suddetta concessione alla società uscente, che sembrerebbe aver “monopolizzato” l’appalto in parola”.

La Commissione, ci fanno sapere, avrebbe (forse con troppa leggerezza) omesso di valutare l’affidabilità del suddetto operatore economico, non soltanto in termini di realizzazione del servizio ma anche e soprattutto in termini di puntualità nel pagamento del canone concessorio.

Sono infatti notori, ed acquisiti ai più, i continui e reiterati ritardi della società Di Giorgio & Lupo s.a.s. di Giorgio Teresa, nel pagamento del canone dovuto alla P.A. per la gestione dei locali.

Ritardi, questi, che (stranamente) non le valsero la risoluzione del contratto di concessione, con consequenziale segnalazione all’ANAC per grave e reiterato inadempimento di un obbligo contrattuale assunto con la P.A., ma che, anzi, sembrerebbero essere stati oggetto di positiva valutazione, tanto da permetterle, in uno alla connivenza della Commissione Giudicatrice (o per lo meno, di qualche suo componente), l’aggiudicazione (per la seconda volta) della concessione bar-ristorante e rivendita di generi di monopolio.

Or bene, in un Paese democratico come il Nostro, ispirato ai principi di legalità e chiamato a ridurre ai minimi termini i fenomeni corruttivi, cui maggiore concertazione si registra, proprio, nel settore degli appalti pubblici, non si capisce come una società, quale quella in testa alla Signora Di Giorgio Teresa, sia riuscita – per la seconda volta e nonostante gli acclarati inadempimenti ai danni della P.A.- a varcare la soglia del locale, sito al piano terra di fronte l’Edificio 13 di Viale delle Scienze, per gestire -nell’indifferenza più sorda degli organi di vigilanza, all’uopo, preposti- una concessione pubblica, per altri 5 anni.

E’ inutile dire che, ad essere pregiudicati dal censurato “modus operandi” -realizzabile (si intenda) solo con la complicità tra il corrotto ed il corruttore- sono, non soltanto la P.A. e per essa noi cittadini, ma anche la concorrenza all’interno di quella fetta di mercato che vede pregiudicati (in alcuni casi definitivamente) operatori economici che hanno fatto della legalità e della trasparenza il loro bene più prezioso.

E’ proprio a queste società che dovrebbero essere rivolte le scuse da parte di tutti quei soggetti (corrotti e corruttori) che abusando del potere loro riconosciuto o più semplicemente omettendo (volontariamente) di vigilare sul corretto funzionamento della res pubblica, “feriscono” giorno dopo giorno le più preziose realtà imprenditoriali sicule, tanto da decretarne, così operando, la loro “condanna a morte”.

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