Confronto tra pandemie – A più di un anno di distanza dalla diffusione del nuovo coronavirus, i numeri relativi al contagio sono davvero significativi.
Con oltre 76,8 milioni di casi confermati e più di 1,69 milioni di decessi a livello globale.
Ma SARS-CoV-2 non è il primo virus pandemico a raggiungere numeri esorbitanti.
Sin dagli albori della civiltà, i virus, gli agenti patogeni e le malattie infettive hanno accompagnato l’umanità attraverso un tortuoso percorso di diffusione epidemica.
Confronto con altre pandemie. Influenza Spagnola
Considerando solo gli episodi pandemici dello scorso secolo in poi, l’influenza spagnola, provocata dal virus H1N1, nel giro di un anno, dal 1918 al 1919, provocò la morte di oltre 50 milioni di persone.
A fronte di un numero di contagi di circa 500 milioni, pari a circa un terzo dell’allora popolazione mondiale, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Confronto con altre pandemie. Influenza Asiatica
Diversi milioni i casi confermati di H2N2, o influenza asiatica, che dal 1957 al 1958 provocò 1,1 milioni di morti.
Si diffuse principalmente in Asia e Stati Uniti, stando a quanto riportato sul sito ufficiale dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).
Confronto con altre pandemie. Influenza di Hong Kong
Il ceppo virale H3N2, responsabile dell’influenza di Hong Kong dal 1968 in 12 mesi si dimostrò letale per un milione di persone tra Hong Kong e Stati Uniti, come riportano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Appartenente alla stessa famiglia dell’agente patogeno di Covid-19, SARS-CoV nel 2002 si diffuse in 26 nazioni in poco più di un anno, contagiando 8.096 persone e provocando il decesso di oltre 774 pazienti, anche se i numeri piu’ elevati, stando ai report dell’OMS, riguardarono Cina e Hong Kong, per un totale di oltre settemila casi complessivi nelle due nazioni.
Confronto con altre pandemie. Epidemia Suina
Originata dal Messico, l’influenza H1N1, meglio nota come epidemia suina, nel 2009 ha causato il decesso di 18.449 persone, a fronte di oltre 1,6 milioni di casi e più di 80 paesi coinvolti.
Questi i dati che emergono dagli aggiornamenti dell’Oms.
Confronto con altre pandemie. MERS-CoV
Sempre l’Organizzazione mondiale della sanità riporta che l’altro coronavirus dello scorso decennio, MERS-CoV, nel corso del 2013 è stato associato a 128 infezioni e 55 decessi, diffondendosi principalmente in Arabia Saudita, Tunisia, Qatar, Giordania, con solo tre casi di sindrome respiratoria del Medio Oriente in Italia, nessuno dei quali ha provocato la morte del paziente.
Confronto con altre pandemie. Ebola
Più subdola la malattia da virus Ebola (EVD), identificata per la prima volta 1976, ma associata a diverse ondate epidemiche, la più significativa delle quali si verificò nel 2014, e in pochi mesi fu responsabile del decesso di 9.365 persone, a fronte di 23.218 casi di contagio, avvenuti per la maggior parte in Africa, ma con qualche focolaio in Spagna, Regno Unito, Italia e Stati Uniti
Confronto con altre pandemie. Virus Zika
Di lunga data anche l’epidemia del virus Zika (Zikv), che, come si legge sul sito ufficiale del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), tra il 2015 e il 2016 ha contagiato più di 120 mila persone, principalmente in Sudamerica, anche se l’infezione è quasi sempre asintomatica.
Sebbene non vi siano casi riportati di decessi legati direttamente al virus Zika, la letteratura scientifica ipotizza che l’insorgere della malattia in gravidanza sia associata ad un aumento di casi di microcefalia, che in Brasile sono passati da 150 nel 2014 a oltre 3.500 l’anno successivo.
Confronto con altre pandemie. Virus HIV
Anche il virus dell’HIV è stato responsabile di una pandemia, quella di Aids, che però è stata identificata con molta fatica.
I primi casi di persone colpite da un indebolimento insolito del sistema immunitario cominciarono ad esser segnalati tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80.
Solo nel 1984 però si è arrivati a identificare il virus come quello responsabile di questa nuova malattia.
E’ impossibile ricostruire i primi anni di diffusione della pandemia, anche per colpa dei lunghissimi tempi di incubazione.
Si stima che dei 38 milioni di persone che vivono con l’infezione da HIV nel 2019, 36,2 milioni sono adulti e 1,8 milioni sono bambini con meno di 15 anni. (agi)