Sul tema dei 4 siti individuati in Sicilia per il deposito dei rifiuti nucleari, interviene nel dibattito il deputato autonomista Compagnone.
“Il tema del deposito di rifiuti radioattivi va affrontato con serietà, anteponendo ad ogni facile slogan la competenza tecnica e la consapevolezza normativa. – afferma il deputato regionale autonomista Compagnone. La possibilità di allocare in Sicilia il deposito nucleare è da escludere a priori in quanto la quasi totalità dell’isola è considerata a rischio sismico. E poi anche perché di fatto non esistono aree adeguatamente ampie e disabitate tali da poter ospitare un impianto del genere.”
Continua Compagnone: “La Sicilia semplicemente, dal punto di vista sismico e morfologico, non è adeguata ad ospitare questo deposito. Non serve a nulla dichiarare tutta l’isola “area denuclearizzata” con l’unica intuibile conseguenza di innescare una guerra fra Regioni a fronte di una scelta che, inevitabilmente, va fatta.
L’Italia infatti è in procedura di infrazione perché non si è ancora dotata di alcun impianto di deposito stabile di scorie radioattive. Nel 2025, dovrà farsi carico di diverse tonnellate di rifiuti radioattivi prodotti nel nostro paese che per ora sono riprocessati in Francia.
“Sul tavolo del Governo, che fra 4 mesi sarà chiamato a decidere dove allocare le scorie, la Regione Siciliana ha tutto il tempo di presentarsi con uno studio ben fatto, perché – conclude Compagnone – questa battaglia non si vince con gli slogan ma con la scienza che ha già aiutato la nostra terra, individuando solo 4 zone scarsamente idonee a fronte delle decine di aree altamente idonee individuate nel resto d’Italia. Se vogliamo evitare la solita scelta calata dall’alto questa volta basterà solo arrivare preparati e determinati.”