Molto presto ci saranno per me delle nuove lezioni da imparare, e non mi riferisco a quelle che, un po’ filosofeggiando, chiamiamo “lezioni di vita”…intendo dire che mi ritroverò seduto in un’aula, dove a stento riuscirò a tenere gli occhi aperti, i docenti mi chiederanno di scrivere lunghissimi e noiosissimi elaborati che nessuno leggerà mai (che, a pensarci bene, è quello che spesso mi capita di fare anche al Consolato!) e magari mi sveglierò in piena notte con l’incubo di non aver seguito un corso per un intero semestre. Avete capito bene…ho appena fatto domanda di ammissione a un corso post-laurea. Ma perché? – vi chiederete voi- e in realtà anch’io mi sono posto più volte questa domanda. Ho una carriera diplomatica già ben avviata, e certamente una laurea specialistica non mi garantirà uno stipendio più alto all’interno del Dipartimento di Stato Americano. Per di più l’università assorbirà gran parte delle mie giornate, e dal punto di vista economico tutto ciò comporterà una spesa non indifferente. Infine, la mia media universitaria non è mai stata quella di uno studente modello e posso assicurarvi che la mia decisione di riprendere gli studi non ha alcun intento masochistico.
Il Presidente Obama, nel suo recente discorso di vittoria alle ultime elezioni, ha indicato il sistema universitario americano come uno dei punti di forza del Paese, e credo che sia difficile non condividere questa affermazione. Decine di migliaia di studenti continuano ad arrivare negli Stati Uniti da ogni parte del mondo per motivi di studio, ricerca e innovazione. Molte delle aziende che oggi sono leader indiscussi nei loro rispettivi settori hanno mosso i primi passi all’interno delle università americane: Google, Facebook e Microsoft sono le prime che mi vengono in mente.
Al Consolato Americano di Napoli dirigo l’Ufficio Stampa e Cultura, e lavorare a stretto contatto col mondo accademico italiano, e incontrare così tante persone che hanno studiato in America o che vorrebbero farlo in futuro, è per me un motivo di grande orgoglio. In quanto Paese fondato e cresciuto grazie al contributo degli immigrati, è importante che gli Stati Uniti continuino ad accogliere nelle loro università i migliori talenti del pianeta, non soltanto perché rappresentano una risorsa per il nostro Paese, ma soprattutto perché in seguito potranno ritornare e mettere a frutto le proprie esperienze nei loro Paesi di origine. Allo stesso modo, mi fa piacere vedere che molti americani decidono di venire a studiare in Italia. L’Italia è un Paese ricco di storia, di grande ospitalità e con un potenziale enorme. Ciò che rende il mio lavoro così piacevole è proprio il piccolo contributo che riesco a dare affinché questo scambio culturale venga mantenuto sempre vivo.
Ma torniamo alla mia domanda di ammissione, quella che sto per inviare all’American University di Washington DC. Sono davanti al computer e devo scrivere qualcosa di talmente profondo da far dimenticare la mia disastrosa carriera universitaria di vent’anni fa…qualcosa che spinga a pensare “sì! Questa è proprio la persona che stavamo cercando, e senza di lui sarà impossibile essere considerati un’università di eccellenza. Insomma, un po’ come si fa quando ci si descrive a un’ipotetica anima gemella in un sito di incontri online…ci sono tante buone ragioni per scegliere l’istruzione universitari e negli Stati Uniti esistono numerosi studi che ne provano i vantaggi: naturalmente si hanno molte più opportunità di carriera; e poi studiare migliora le capacità intellettive, accresce il nostro bagaglio culturale e, anche se sembra strano, esistono tante persone che per loro natura sono sempre desiderose di imparare. Insomma, quali che siano i vostri interessi e le vostre motivazioni, certamente studiare non vi farà male, e se cercate informazioni sul sistema universitario americano, scriveteci su Facebook (Facebook.com/ConsolatoUSANapoli) o visitate il sito Fulbright.it. Chissà, un giorno potreste trovarvi a seguire un corso di Relazioni Internazionali a Washington DC, e se mi vedrete russare in fondo all’aula, vi autorizzo a svegliarmi con una matita; ma vi prego, usate la parte con la gomma, non vorrei spaventarvi con un urlo…