Ha deciso di parlare il giovane 27enne di Enna che ha raccontato i suoi abusi subiti per anni da parte di un sacerdote. Ha anche sporto denuncia alla polizia, raccontanno anni di violenze subite all’interno della parrocchia. Il giovane dice anche che hanno provato a corromperlo e a comprare il suo silenzio, offrendogli 25 mila euro.
La procura ha aperto un’indagine.
“Sono stato umiliato, ho denunciato alla Chiesa gli abusi subiti da un sacerdote, ma sono rimasto solo”. Così dice nel suo soffero racconto dallo studio del suo avvocato: “Nel 2014 avevo raccontato al mio parroco quanto era successo. A fine 2018 mi sono rivolto invece al vescovo di Piazza Armerina: dopo questa seconda segnalazione, sono stato sentito per quattro ore al tribunale ecclesiastico di Palermo, era il marzo 2019. Ma non è successo nulla. Così, alla fine di ottobre dell’anno scorso, ho deciso di scrivere a Papa Francesco. E poi di rivolgermi alla polizia, che ha subito raccolto la mia denuncia e trasmesso tutto alla procura”.
Coinvolto nella vicenda sarebbe parroco molto noto ad Enna, impegnato in diverse attività con i più giovani. Gli episodi denunciati si sarebbero perpetrati per diversi anni. Gli abusi avvenivano in parrocchia, e nel corso dei campi organizzati dal prete.
In seguito alle prime segnalazioni il sacerdote era stato trasferito al Nord Italia. Ai parrocchiani era stato detto per “motivi di salute”.
“Ma questa estate è tornato – racconta il giovane – e ha detto pure messa, ha fatto persino attività con i giovani. Una situazione che ritengo inaccettabile”.
E’ amareggiato il giovane che parla: “Hanno provato a offrirmi del denaro per chiudere questa storia, 25 mila euro. Mi sono sentito offeso, ora chiedo solo giustizia”. Perchè quello che racconta il giovane ennese è un vero e proprio inferno, iniziato ai tempi in cui aveva 15 anni. “Questa esperienza mi ha rovinato la vita. Non volevo più uscire da casa all’epoca, lui mi chiamava continuamente e mi inviava messaggi. E se mi vedeva con qualcuno, cominciavano le scenate. Provava a denigrami davanti a tutti. Ero nelle sue mani. Poi ho cominciato a non mangiare, ho rasentato l’anoressia. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, rispettando anche i miei tempi”.
La nota della Curia
La Curia di Piazza Armerina fa sapere in una nota che collaborerà con la magistratura per far luce sulla vicenda. Si legge nella nota: “Ogniqualvolta il vescovo ha ricevuto notizia di eventuali delitti ha avviato i procedimenti previsti dalla normativa canonica”. Vine precisato inoltre che “il vescovo non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’autorità giudiziaria su eventuali procedimenti penali a carico di chierici della diocesi. Pertanto – conclude la nota – esprime piena fiducia nella magistratura e offre collaborazione per l’accertamento della verità dei fatti, nella eventualità che il caso sia di sua competenza”.