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Quanto guadagna veramente un rider? La storia di Emanuele Zappalà a cui non crede nessuno


Sta rimbalzando sui social, ormai da diverso tempo, la storia di Emiliano Zappalà, rider 37enne da 2-3 mila euro al mese, ex commercialista e unico fattorino felice nell’era del Covid. Una notizia che con il tempo, grazie alle analisi di alcuni siti di debunking, è stata parzialmente smentita. Su questa storia sono necessari innanzitutto alcuni chiarimenti, partendo proprio dal passato di Emiliano.

Da commercialista a rider? Non proprio

Emiliano Zappalà, il rider che aveva raccontato di guadagnare fino a 3 mila euro grazie a Deliveroo, lavora per l’azienda sin dal 2018, dunque molto prima che arrivasse il Covid. Ciò è bene precisarlo perchè in un articolo pubblicato da La Stampa, a firma di Antonella Boralevi, sembra invece emergere che Emiliano si sia dovuto rimboccare le maniche facendo il fattorino. Su Linkedin Emiliano specifica invece di lavorare per Deliveroo sin dal 2018.

Aveva aperto uno studio di commercialista, il covid gliel’ha fatto chiudere. E lui, invece di chiedere il reddito di cittadinanza, si è messo a lavorare. Da quasi un anno, il Dottor Zappalà è un rider di Deliveroo. Cioè fa circa 100 chilometri al giorno in bicicletta, con un borsone giallo sulle spalle e consegna pizze e pranzi e spesa. Guadagna 2000 euro netti al mese e, certi mesi, anche 4000. Uno stipendio da manager. Ed è felice. (La Stampa)

Da precisare inoltre che Emanuele non ha mai aperto nè chiuso uno studio di commercialista. Perchè semplicemente non l’ha mai avuto. Emanuele infatti era un tirocinante dello studio e non è mai stato iscritto all’Albo. Ed è lui stesso a dirlo in un commento su Twitter:

“Ho studiato ragioneria — scrive — e sono stato tirocinante presso uno studio commerciale, senza però esercitare la professione. Sono iscritto ad Ugl Rider, con la quale ho partecipato ai tavoli negoziali per la trattativa con AssoDelivery, che ha portato alla firma del Ccnl Rider“.

Il post su Linkedin

L’editore di SenzaFiltro Osvaldo Danzi, attraverso un post su Linkedin, è intervenuto sulla vicenda esprimendo le sue perplessità. Tra i commenti appare proprio quello di Emanuele. “Ci sono inesattezze, il rider sono io Emanuele Zappala età 37 anni, ho studiato ragioneria, sono stato tirocinante in uno studio commercialistico addetto alle buste paga. Ho anche altre esperienze lavorative, non sono passato direttamente dal commercialista al rider, sicuro al telefono ci siamo capiti male. Detto questo come detto mille volte, ho guadagni per dimostrare il tutto, e sono a disposizione di chiunque voglia fare una giornata di lavoro con me”, ha precisato il rider.

Ma passiamo al punto cruciale: quanto guadagna veramente un rider?

Chiarita la vicenda di Emanuele Zappalà, passiamo al punto cruciale della situazione. Va bene, Emanuele è un rider che, non particolarmente motivato dai suoi studi, decide di lasciare tutto e fare il rider. Ma è davvero possibile che lui riesca a guadagnare fino a 3 mila euro? I suoi colleghi non sembrano particolarmente d’accordo. Ad ogni modo ci ha pensato il sito di debunking, The submarine, a ipotizzare la paga tipo dei rider.

“Ipotizzando 7,50 lordi all’ora, 9 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, per arrivare ai fantomatici 4 mila euro bisogna lavorare quindi quasi 18 ore al giorno”. Il guadagno finale dipende però dall’algoritmo di ciascuna azienda. Mediamente un rider riesce a guadagnare tra gli 800 e i 1200 euro, svolgendo il lavoro a tempo pieno.

Dopo la vicenda di Emanuele Zappalà, alcune associazioni di rappresentanza dei rider hanno protestato. Tra queste Riders Union Bologna: “Oggi è uscita una notizia che parlava di un presunto collega “felice” su un blog de La Stampa, tale Emiliano Zappalà, ex commercialista, divenuto rider di Deliveroo, che si dichiara “entusiasta” del proprio lavoro di fattorino e di guadagnare 2000 euro al mese. Noi dalle nostre ricerche non abbiamo trovato nessun Emiliano iscritto all’albo dei commercialisti. Volete vedere un rider felice? Paga oraria degna in linea con i minimi tabellari di un CCNL di settore (Trasporti/Terziario), un contratto vero con garanzie e tutele piene per tutte e tutti. Questo è quello di cui abbiamo bisogno, tutto il resto è fiction!”.

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A proposito dell'autore

Giornalista, nata a Palermo il 23 gennaio 1990, è social media manager e addetto stampa di alcune importanti realtà turistiche e imprenditoriali. Ha una laurea triennale in “Giornalismo per uffici stampa” e magistrale in “Scienze dell’Informazione, Comunicazione ed Editoria” conseguita all’Università degli Studi di Tor Vergata. Nel 2018 ha pubblicato il saggio “L’uomo del dialogo contro la mafia, la storia di Padre Pino Puglisi” edito da "La Zisa". Dal 2020 è capo redattore di Cook Magazine, rivista di settore.