Nel caso di dimissioni del Presidente del Consiglio si attiva una catena di passaggi istituzionali legati alla crisi di governo. Il fulcro di tutti i passaggi rimane il Quirinale nella persona del Presidente della Repubblica.
Dunque con le dimissioni del premier Conte si attivano i seguenti passaggi.
I primi passi dopo le dimissioni
Il Presidente della Repubblica, dopo aver ricevuto le dimissioni del presidente del Consiglio può percorrere diverse strade. Può decidere, dopo consultazioni dei gruppi parlamentari, di conferire un mandato esplorativo a un personaggio istituzionale, come fece Mattarella nel 2018 con i presidenti di Camera e Senato. Può dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio uscente, che accetterebbe con riserva. Oppure ancora potrebbe avviare direttamente le proprie consultazioni al Quirinale: con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.
Le consultazioni hanno lo scopo di fotografare la situazione attuale per poi assumere decisioni sulla nomina di un nuovo presidente del Consiglio o, eventualmente, sul conferimento di un altro mandato esplorativo.
Con le dimissioni, fino al giuramento di un nuovo esecutivo, il governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli affari correnti. Tra questi rientra l’eventuale emanazione di decreti legge in casi di necessità e urgenza.
Con la crisi di governo si ferma anche tutta l’attività parlamentare, eccetto che per gli atti urgenti come la conversione dei decreti legge in scadenza. L’attività ordinaria delle Camere riprende solo dopo che il nuovo esecutivo avrà incassato la fiducia da entrambe le Camere.
Se le consultazioni non vanno a buon fine
Nel caso in cui questa prima fase esplorativa non vada a buon fine, e il Presidente della Repubblica accerti una situazione di impossibilità di formare un nuovo esecutivo, l’ultima ratio è quella di sciogliere le Camere per andare a elezioni.