Secondo alcuni teorici dell’insegnamento a poco a poco le tecnologie stanno mettendo ai margini coloro che hanno il compito di guidarci nel sapere. Anche se ciò che sta succedendo in Canada supera queste teorie e arriva dritto alla fantascienza.
Alla Concordia University, a Montreal (Canada), sta continuando un concorso di laurea con un insegnante morto nel 2019. Tutto questo grazie al potere delle videolezioni registrate. A rendersi conto della situazione è stato a caso uno studente.
Lo studente racconta le videolezioni con il prof. morto nel 2019
Il giovane Aaron Ansuini era molto sorpreso del fatto e ha deciso di scriverne un tweet. “Ciao, chiedo scusa, ho appena scoperto che il prof di questo corso online che sto seguendo è morto nel 2019. Tecnicamente sta ancora facendo lezioni, dato che è il mio prof di corso. E sto studiando dalle lezioni registrate prima della sua morte“.
La Concordia University non si è scomposta tanto dal diffondersi della notizia. Infatti in un comunicato l’università canadese fa sapere che le videolezioni del professore Francois-Marc Gagnon sono da considerarsi dei semplici “teaching tool” (strumenti didattici), come dei testi d’esame. Spesso anche questi ultimi sono scritti da persone morte. Sembra inoltre che le videolezioni registrate con il prof morto costino meno di quelle di uno vivo, dato che si dovrebbe pagare quest’ultimo.
Per l’università neanche si dovrebbe parlare di scandalo. Invece, secondo le parole della sociologa Iside Gjergji per il Fatto quotidiano, i dubbi che questa storia dà sono tanti: ” Per gli insegnanti si preparano anni d’angoscia. Nella spietata concorrenza per ottenere un posto di lavoro ora si aggiungono i morti. E non si devono avere dubbi sulle Università che ormai assomigliano alle aziende private. Tutto va verso il profitto: un professore morto costa meno di uno vivo”.
“Le Università assomigliano sempre più a Netflix o HBO, dove si possono scegliere i corsi on demand. Resta da capire il motivo per cui gli studenti dovrebbero pagare le tasse. La storia in questione rappresenta una metafora di cosa è l’insegnamento oggi”.