Il vaccino AstraZeneca adesso fa paura. Dopo le tre morti sospette in Sicilia e il ritiro di un lotto su tutto il territorio italiano, i dubbi e i timori attorno alla vaccinazione con il vaccino anglo-svedese aumentano sempre di più. E sembrano valere a poco le rassicurazioni dell’Aifa che continua a ritenerlo un vaccino “sicuro”.
Ad essere finito nel mirino c’è il lotto con la sigla ABV2856 che riguarda complessivamente 500mila dosi di cui è stata ora sequestrata dai Nas la parte non ancora utilizzata in Italia. Ma ci sono due categorie particolarmente interessate da queste inquietanti vicende: personale scolastico e forze dell’ordine. Sì, perché proprio a loro erano destinate quelle dosi.
Ma dopo la notizia dello stop disposto dall’Agenzia italiana del farmaco al lotto incriminato, i centralini di Asl e centri vaccinali in tutta Italia sono andati letteralmente in tilt. “A chiamarci sono pazienti fragili, che chiedono di essere rassicurati anche sulla somministrazione del vaccino Pfizer, oltre a varie richieste di annullamento in generale o gente che chiede semplici informazioni. Non sappiamo quanta gente domani si presenterà per le inoculazioni”, spiegano perplessi alcuni medici di un hub vaccinale.
Vaccino AstraZeneca, i timori di prof e forze dell’ordine
E sui gruppi Whatsappa dei prof di varie scuole inizia a circolare la raccomandazione di “evitare la seconda dose“. In molti – tra questi diverse persone segnalano effetti collaterali come nausea, vertigini, eruzioni cutanee e mal di pancia – mostrano il proprio certificato vaccinale con lo stesso codice del lotto e chiedono allarmati delle spiegazioni a presidi, Asl e medici di base. C’è anche chi, tra i vaccinati, azzarda rimedi fai-da-te come l’assunzione di eparina, tachipirina o altri farmaci.
“Ma c’è chi non ci risponde al telefono e addirittura delle guardie mediche che ci hanno detto di rivolgerci altrove”, spiegano alcune persone che dicono di aver “avvertito sintomi avversi”. In diversi casi i medici hanno ricordato ai pazienti che avevano firmato un consenso informato in cui si dichiarava di “aver compreso i benefici ed i rischi della vaccinazione” e che “qualora si verificasse qualsiasi effetto collaterale c’è la responsabilità di informare immediatamente il proprio medico curante e seguirne le indicazioni”.