Quanti i tabù e gli stereotipi su come le donne vivano la propria sessualità? Troppi ancora. A sgombrare le menti dagli inutili preconcetti, usando una sagace ironia, ci pensa la nuova web-serie “Libere!”, così come tutte dovrebbero sentirsi di vivere la propria sessualità senza il timore aver puntato il dito contro.
Il sesso occupa ormai gran parte del nostro repertorio mediatico: dalle app alle pubblicità, dalle canzoni ai film. Un pubblico ed una popolazione sempre più emancipata ma che in realtà non riesce ancora ad accettare liberamente la sessualità nella sua sfera femminile, riempiendola di sentiti e risentiti cliché.
“Libere!”: la serie manifesto femminista
Ecco che viene in soccorso la nuova serie animata “Libere!”, disponibile sul canale Arte.tv, in streaming gratuito e con i sottotitoli in lingua italiana. La serie è ispirata al libro “Manifeste pour s’affranchir des diktats sexuels”, scritto da Ovidie, autrice e regista della serie da sempre impegnata nelle battaglie relative al femminismo e alla libertà del corpo della donna. Con l’aiuto dell’amica e giornalista Sophie-Marie Larrouy e con le illustrazioni animate di Diglee, “Libere!” ci regala una corretta informazione su quella che è la sessualità al femminile con del sano pink humor.
Gli episodi
La serie è costituita da 10 episodi di breve durata (circa 4 minuti ciascuno). Rivolta ad un pubblico giovane, tra i 18 e i 25 anni, ogni episodio analizza e sdogana quello che è un preconcetto legato al sesso e a come questo venga vissuto dalle donne. Questi i titoli degli episodi, disponibili sul sito RollingStone Italia al seguente link: https://www.rollingstone.it/tv/documentari/libere-una-serie-contro-gli-stereotipi-sulla-sessualita-femminile/554080/
- Sciroppo d’uomo;
- L’invasione delle dick pic;
- Cinquanta sfumature di maschilismo;
- Nascondete quel sangue;
- Forever young;
- Amarsi un po’;
- Il sesso in cifre;
- I kissed a girl and I liked it;
- La porta di dietro;
- Peli di troppo.
L’obiettivo di “Libere!” è invitare tutti, soprattutto le donne, a liberarsi dalle catene degli stereotipi “confezionati”, iniziando a fare “ciò che si vuole, come si vuole e soltanto se si vuole” per sentirsi LIBERE.