Giornata cruciale per la definizione del nuovo piano vaccinale. Oggi infatti il presidente del Consiglio Mario Draghi parteciperà all’incontro tra governo e regioni alla presenza del ministro Gelmini, del generale Figliuolo e del capo della protezione civile Curcio.
“È giusto che il governo, a fronte di una curva pandemica che pur in maniera timida sta cominciando a scendere preveda dopo Pasqua che fino alla prima media si possa tornare a scuola. Come peraltro faceva il governo Conte quando nelle zone rosse solo dalla seconda media in su si chiudeva”, ha commentato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, rispondendo ad una domanda sulla riapertura delle scuole. “Le Regioni – ha ricordato – non possono allargare” sulla base di una decisione del Governo, “possono eventualmente restringere ulteriormente a fronte di casi particolari nella propria regione. Per quanto mi riguarda mi attengo a quel che ha deciso il Governo e in Emilia-Romagna dopo Pasqua riapriremo fino alla prima media”.
Covid e piano vaccinale, oggi incontro decisivo
“Nessuna regione italiana può acquistare vaccini senza l’autorizzazione di Ema o Aifa”, ha detto Bonaccini a Mezz’ora in più, su Rai3, rispondendo ad una domanda sull’ipotesi che qualche regione acquisti il vaccino russo Sputnik. “Nessuno può acquistarle, anche volendo” perché questo prevedono le regole. “Se poi cambieranno – ha aggiunto – ognuno di noi può darsi da fare”. “È scandaloso che chi deve tutelare oltre alla propria vita quella degli altri rimanga al proprio posto se non si vuole vaccinare”, ha aggiunto sugli operatori sanitari che non si vaccinano. Per Bonaccini occorre introdurre una norma per destinarli ad altra mansione: “Anche io condivido che infermieri e medici siano vaccinati, altrimenti non possono stare al loro posto”, ha detto.
“Nessuno vuole riaprire il Paese a dispetto dei numeri. E tutti ci rendiamo conto che la situazione ancora oggi non è facile. Ma questo non può e non deve impedire di guardare al futuro: invece di dire ‘chiudiamo tutto e poi vediamo’ potremmo stabilire una serie di date, una road map, verso la ripartenza, sempre che i dati ci confermino via via la possibilità di farlo”, ha affermato Giovanni Toti, presidente della Liguria. “Perché non dire ai ristoranti che da tal giorno, dati permettendo, potranno accogliere prenotazioni anche per la sera? Perché non dare la possibilità, suffragata da date, di organizzare un meeting per fine giugno, o un matrimonio per luglio? O banalmente un torneo di calcetto a metà maggio?”.
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“Lo ribadisco, dati permettendo, ma almeno riaccendiamo la speranza – continua Toti – Lo dico perché la pandemia sta seguendo un andamento simile a quello dello scorso anno. È possibile immaginare che, come già accaduto, nelle prossime settimane, con l’avanzata del caldo, della possibilità di stare di più all’aperto con le vaccinazioni che aumenteranno, i contagi diminuiranno più rapidamente dello scorso anno. Dunque, se lo scorso anno abbiamo cominciato a riaprire nel mese di maggio, forse potremmo anche anticipare un po’. Perché non ci diamo da subito delle regole e delle date? Io credo che dopo la Pasqua si possa fare. Questo chiedo come amministratore e questo chiederanno i parlamentari di Cambiamo!”.
Intanto da oggi più di mezz’Italia è in zona rossa anti-Covid: Calabria, Toscana e Val d’Aosta si aggiungono alle altre 9 regioni già in lockdown. A metà aprile una verifica sulle misure restrittive. Il tasso di positività nazionale risale al 7,2%. Altri 297 i morti.