Polemiche su atteggiamenti di bullismo e razzisti, oltre a mentalità arretrata in alcuni testi di didattica per bambini. Il caso è stato sollevato da una docente di marketing dell’Università Cattolica di Milano. Lei è la professoressa Lala Hu, che ha denunciato in partticolare alcune frasi apparse su un sussidiario edito da Giunti Del Borgo.
Il sussidiario incriminato
Lala Hu ha detto che “Non è la prima volta che i testi di didattica per bambini rappresentano una mentalità retrograda, talvolta sessista e razzista”. Il sussidiario in questione è ‘Leggermente plus’, edito da Giunti Del Borgo e dedicato ai bambini delle ultime classi delle scuole elementari.
Nella pagina contestata, e pubblicata sul social network, si parla di una bambina cinese: nella lista delle cose «che mi piacciono di Lee», elencate dal bambino Duccio nel suo diario, c’è il fatto che “dice ‘glazie, plego’ e anche ‘facciamo plesto'” e che “non si offende mai quando la prendiamo in giro”.
Il brano è estrapolato da un altro testo, “Duccio e il mostro della musica telepatica” di Paola Reggiani, edito da Feltrinelli.
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Una forma di bullismo?
“A parte gli stereotipi sui bambini cinesi”, afferma la professoressa Hu, ma «che ne sa Giunti Editore del trauma dei bambini quando vengono bullizzati»?.
Secondo la professoressa, la “presa in giro” viene infatti citata come una sorta di pratica normale, nella vita scolastica quotidiana. Questo, a suo parere, la avallerebbe. Il tweet della professoressa Hu è stato ampiamente condiviso. Nei commenti la professoressa ha aggiunto: “Non è la prima volta che i testi di didattica per bambini rappresentano una mentalità retrograda, talvolta sessista e razzista. Una causa può essere l’assenza di diversity nel settore editoria. Con questo tipo di narrazione, continueremo a vivere di pregiudizi e discriminazione“.
La replica dell’editore
L’editore replica: ” E’ Inaccettabile che si pensi che avalliamo il bullismo”.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Stefano Cassanelli, l’editore che ha pubblicato il libro, ha ammesso che “nel testo ci possano essere stereotipi sulla cultura orientale”, ma che il brano è stato inserito nel volume “in quanto è il diario di un bambino. “Il nostro intento era proporre delle attività sul diario, appunto. Estrapoliamo brani di letteratura che possano aiutarci a far comprendere i concetti relativamente ai generi letterari presentati. Ora che qualcuno, decontestualizzando completamente una frase dal resto del brano possa accusarci di fare apologia del bullismo, o di non avere empatia per i bambini bullizzati, come fa la professoressa, per me è inaccettabile e offensivo”.