Oggi vi raccontiamo le angosce di Martina. Martina è una ragazza di 18 anni che quest’anno conseguirà la maturità. Ci ha scritto il suo sfogo attraverso i nostri canali e noi vogliamo darle voce. Perchè come Martina molti altri ragazzi si trovano a vivere questi stati d’animo e queste sensazioni.
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Parliamo tanto di conseguenze economiche della pandemia, ma dobbiamo stare attenti a non sottovalutare le conseguente psicologiche ed emotive che questo lungo anno di stravolgimenti ha avuto in ognuno di noi. Nei giovani in particolare. Raccontiamo queste storie perchè vogliamo che il nostro blog sia anche uno spazio dove ognuno possa dar voce ai propri pensieri. Perchè condividere attraverso una mail, uno sfogo, un racconto, può essere un modo utile per affrontare e superare la tristezza e il senso di vuoto.
lei è Martina, ed ha 18 anni
“Sono Martina, ho 18 anni, ma da un anno e mezzo non sono più nulla, non sono più neanche un numero. Di certo non sono una studentessa, perché non mi ritrovo più in un sistema scolastico, ormai alla deriva e incurante dei nostri disagi e/o bisogni.
Non sono più una ragazza, perché non posso svolgere tutte le attività che caratterizzano questa mia adolescenza, che dovrebbe essere contrassegnata da “spensieratezza” e non da paure o incertezze.
E non sono più una sognatrice, perché quando immagino il mio futuro non riesco a mettere a fuoco un’immagine vivida, non riesco a trovare un qualcosa che mi caratterizza, non riesco ad delineare un futuro perché mi è stato rubato il anche il presente.
Il tempo…
Ma del resto, siamo nel bel mezzo di una pandemia globale, è giusto rispettare le regole e fare in modo che si rispettino. È giusto che si ridimensioni un po’ la nostra quotidianità, ormai completamente stravolta.
Ho 18 anni, un lungo percorso ancora davanti, e si dice che io abbia ancora molto tempo per vivere la mia vita.
Tempo. Un tempo che da oggi in avanti impiegherò passando ancora di più davanti il computer, secondo il nuovissimo decreto sulla scuola. Tempo che ancora una volta sarò costretta a sacrificare ed a trascorrere nella mia cameretta che ogni giorno mi appare sempre più stretta. Un tempo che avrei voluto, anche in minima parte, godermi con coloro i quali, riescono a farmi dimenticare la miseria in cui ormai versano le nostre vite. Un tempo ancora che avrei potuto dedicare a me stessa, a quello che amo fare ed a quello che vorrei fare.
Ma ormai non so nemmeno più cosa mi piace fare. I giorni si susseguono uno dopo l’altro e sono tutti, dannatamente, uguali.
La mia vita si sarà pure fermata, ma gli obblighi o le aspettative che mi porto addosso no.
“Queste ore in più il pomeriggio dovete usarle per la scuola, siete di maturità non avete altro da fare”.
“La passeggiata la farai più in là, adesso devi solo studiare”.
Ma a me la passeggiata serve, serve adesso perchè dopo potrebbe essere già troppo tardi.
Serve sedermi affacciata alla finestra e dimenticare, anche solo per un attimo, quel maledetto computer che mi attanaglia ogni singolo giorno. Mi serve ricordare chi sono e cosa voglio.
Sono Martina, ho 18 anni, ma visto che a nessuno importa più di come milioni di ragazzi stiano al giorno d’oggi; io non sono più nulla.”
La speranza
Cara Martina, ci sentiamo di dirti che non è vero che non sei più nulla. Anche se è certamente vero che la società oggi ti porta a sentirti abbandonata. L’augurio che ti facciamo e che ci facciamo è quello di poter riprendere presto in mano la tua esistenza, di giovane, di studentessa, di amica. E vedrai che quel tempo che oggi ti sembra così vuoto e inutile sarà presto riempito di esperienze che arricchiranno la tua vita e forgeranno la persona che sarai.