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Gli influencer italiani chiedono un loro sindacato: “Anche a noi servono tutele”

Anche gli influencer italiani chiedono un loro sindacato che li tuteli dai possibili pericoli legati al mondo del lavoro. La proposta è partita dall’influencer Mafalda De Simone. La giovane ha 25 anni e un profilo con 176mila follower su Instagram.

L’influncer vorrebbe replicare il modello che già vige negli Stati Uniti e in UK, dove dal 2020 esiste un’associazione di categoria a difesa degli interessi delle star del web, che supervisiona i contratti e garantisce un trattamento paritario agli imprenditori digitali.

“Gli influencer, e soprattutto i micro-influncer, devono fare squadra. Un po’ come è accaduto in America, dove nei mesi scorsi è nato il “The Creator Union” (Tcu), il primo sindacato di categoria nato per supervisionare i contratti formali tra aziende e influencer, l’utilizzo di contenuti corretti ed evitare pratiche discriminatorie“, ha dichiarato a “Il Messaggero” la De Simone.


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Gli influencer italiani chiedono un loro sindacato: “Anche a noi servono tutele”

E aggiunge: ” Ecco perché sono in contatto con qualche sigla sindacale per fondare un sindacato specifico, che tutelino questo mondo di partite Iva dove i diritti sono un privilegio rispetto alle moltitudini di doveri che si hanno”.

Dopo il messaggio lanciato dalla 25enne, si è aggiunta un’altra influncer all’appello. Il suo nome è Paola Di Benedetto e su Instagram conta 1,7 milioni di follower. “È un errore pensare di far tutto da soli – racconta sempre al quotidiano “Il Messaggero” Paola Di Benedetto – bisogna proteggersi. Dai 50mila follower in poi, trattare da soli non conviene, meglio rivolgersi a un’agenzia”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”