L’influencer rockandfiocc finisce nella bufera. La giovane imprenditrice digitale Giulia Torelli, esperta in armadi e vestiti, ha dato un suo parere in merito agli stage e alla situazione lavorativa dei giovani in Italia. Una sua fan nel box dedicato alle domande di Instagram le ha scritto: “24 anni, 2 lauree, stage 6 mesi, 400 euro, spero di imparare, anche se mi sento umiliata. Normale?“.
L’influencer Torelli risponde: “No. È il tuo primo lavoro. Non importa che tu abbia studiato 10 anni. Non sai fare niente”. Poi l’esperta in armadi si chiede: “Cosa vuol dire avere due lauree? Sei una di quelle che dice che la triennale e il biennio siano due lauree separate?”.
Poi nella storia successiva amplia il proprio discorso e ragionamento. “Ho notato come nelle nuove generazioni ci sia (sto generalizzando) poca voglia di farsi il cu*o. Tutti speciali. Tutti un po’ Phd. La maggior parte che si umiliano a lavorare. A’ raga ci siamo passati tutti. Andare, lavorare! Testa bassa, cracker e tonno“.
Dopo quel breve video è partita la bufera sull’influencer. Sui social nell’ultimo giorno è scoppiato il caos in merito a questa dichiarazione. Immediata la reazione del popolo di Twitter: “Certo, lavorare a testa bassa e guadagnare, così chiamiamo te che chiedi 500 euro per fare ordine nell’armadio”. Oppure “lei si è laureata 10 anni fa e con una triennale, ha trovato solo stage in grandi aziende”.
Influencer sugli stage sottopagati: “I giovani non vogliono farsi il cu*o”
E aggiungono alcuni giovani arrabbiati sulle parole dell’influencer: “Oggi questo sarebbe impensabile, ma lei non lo sa perché è rimasta a 10 anni fa”. Qualcuno ironizza: “La signora dove si è laureata? All’università pane e frustrazione?”, mentre qualcun altro la pensa come lei: “Ha ragione“.
Poche ore dopo l’influencer ha aggiunto un commento chiarificatore alla vicenda: “Le mie dichiarazioni sono state estrapolate. Nei video successivi avevo parlato meglio della vicenda. Mi dispiace. Ho ricevuto un sacco di insulti. Sono mortificata. A me dà fastidio il sistema, no i giovani. È un’ingiustizia”.