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Universitario rompe i pregiudizi: “A 24 anni scoprì la dislessia, oggi festeggio 5 lauree”


Un totale di cinque lauree, l’amore per l’ingegneria e un futuro sogno verso la carriera diplomatica. È questa la favola reale di Andrea Pesando, che è un esempio a tutti gli effetti di lotta contro i pregiudizi. Lo studente torinese, che ora ha 31 anni, sette anni fa scoprì di soffrire di dislessia.

Una diagnosi che però non gli ha impedito di realizzare i suoi sogni. La scoperta è arrivata in età adulta, dopo il campanello d’allarme di un esame scritto in Tecnologia dei materiali non terminato e pieno di errori ortografici. 

Successivamente una visita specialistica rivelò ad Andrea il disturbo, che pochi giorni fa ha raccontato alla Stampa: “L’ho scoperto tardi perché fino a quel momento avevo messo in atto alcune strategie, in maniera autonoma, che mi avevano permesso di superare il problema”.


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Dislessia: la lotta ai pregiudizi di un universitario

Il 28 giugno, ovvero fra pochissimo, Andrea discuterà una tesi in Scienze internazionali: la quarta laurea, la quinta tenendo conto di quella in Ingegneria civile, ottenuta con un percorso di doppia laurea tra Torino e Bordeaux. Il 31enne ha un curriculum invidiabile. E parla anche tre lingue. Ma spesso si trova a dover affrontare pregiudizi legati alla dislessia. 

“I dislessici confondono alcune parole, non trovano il termine corretto per un determinato contesto oppure non hanno un’esposizione del tutto lineare. E questo, in un colloquio di lavoro, ti squalifica quasi subito”, continua sempre il suo racconto sulla Stampa.

Il prossimo traguardo che Andrea si è posto è l’esame per diplomatici, che prevede cinque prove scritte. Non sarà semplice, ma il ragazzo non si arrende. Il suo invito ai ragazzi: “Può suonare scontato, ma la mia storia dimostra che con la volontà e l’impegno si possono raggiungere grandi risultati”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”