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Mugello, la storia a lieto fine di Nicola e i misteri da chiarire


Nicola Tanturli, il bambino di 21 mesi scomparso nella notte tra il 21 e il 22 giugno nel Mugello, è stato ritrovato ieri mattina sano e salvo. Ricoverato per degli accertamenti sul suo stato di salute, il piccolo verrà dimesso oggi stesso. La Procura indaga sulla sua misteriosa scomparsa.

La vicenda

Nicola è stato trovato in una scarpata, a circa 3 km da casa sua, dal giornalista di “La vita in diretta”, Giuseppe Di Tommaso. L’uomo, passando per quella impervia zona rurale, nel Comune di Palazzuolo sul Senio (FI), è stato attirato da dei lamenti simili al verso di un animale. Per non aver alcun dubbio, ha iniziato a gridare il nome del bambino, che sbucando con i suoi occhioni tra gli arbusti ha risposto: “mamma”. Allertati immediatamente i carabinieri, Nicola è stato tratto in salvo nelle braccia di un carabiniere e del giornalista, per poi esser consegnato tra quelle della madre.

Il luogo del ritrovamento

Il bambino è stato rinvenuto sano, salvo e in perfetta salute. Una storia a lieto fine che ha fatto bene al cuore di tutti. Ma adesso, la Procura dovrà indagare su ciò che è accaduto nelle 30 ore che hanno tenuto col fiato sospeso un’intera nazione. L’erba su cui il piccolo era adagiato non è apparsa schiacciata: segno che, per gli inquirenti, mostrerebbe come il bambino non abbia trascorso l’intera notte in quel luogo.


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I sandaletti

Inoltre, c’è quel dettaglio dei sandaletti. I genitori hanno sempre affermato di aver messo il bambino a letto intorno alle 21.00 e di non averlo più ritrovato verso la mezzanotte. Anche durante le ricerche, avevano descritto il piccolo con indosso una sola maglietta rossa, senza pannolino e scalzo. Ma durante il ritrovamento si sono visti chiaramente i sandali, con le suole apparentemente pulite. Ancora, il fatto che il bambino non portasse il pannolino ha potuto anche mostrare come il corpicino di Nicola fosse pulito, senza segni di caduta nella scarpata né di sporcizia dovuta ai bisogni, lungo un giorno e una notte lontano da casa.

Il percorso del piccolo Nicola

Sulla domanda come il bambino, di soli 21 mesi, abbia potuto percorrere l’intero tragitto, quasi 4 km, da solo e al buio, arrivano alcune spiegazioni fornite dal padre, Leonardo. Secondo l’uomo, il figlio, nonostante la tenerissima età, è perfettamente in grado di orientarsi nella zona intorno alla loro casa, capace anche di far ritorno da solo. Possibile che i rumori delle ricerche nella notte lo abbiano spaventato e allontanato. Il padre ha anche fatto mea culpa nel non aver chiamato immediatamente i soccorsi, ma soltanto nove ore dopo la scomparsa del figlioletto, fiduciosi di trovarlo nei pressi della casa insieme agli altri membri della comunità.

Le tracce di sangue

L’ultima incongruenza riguarda delle tracce di sangue trovate dai carabinieri in corrispondenza della porta di casa. Nessuna traccia nella culla dove il piccolo avrebbe dormito e neppure all’interno della casa. In attesa del riscontro sul Dna, se il sangue dovesse appartenere a Nicola, l’ipotesi è che il bambino potrebbe essersi fatto male nel pomeriggio oppure mentre stava uscendo di casa.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.