Il Parlamento Europeo si è pronunciato sulla questione delle gabbie negli allevamenti proponendo la loro eliminazione entro il 2027
Il 30 giugno il Parlamento europeo si è espresso riguardo una questione estremamente importante e delicata sull’uso delle gabbie negli allevamenti europei sostenendo l’appello dei cittadini. Sono ormai svariati anni che si tenta di dimostrare la possibilità di sostituire questo modello di allevamento con altri più sicuri e sostenibili. Gli eurodeputati hanno annunciato di volerne vietare l’uso impegnandosi a presentare una proposta legislativa antro il 2023 con l’obiettivo di metterle fuori legge entro il 2027.
“End of Cage Age” l’Iniziativa cha ha dato il via alla svolta
L’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End of Cage Age” lanciata nel settembre del 2018 ha dato il via a questa svolta storica. La campagna chiedeva di vietare la pratica dell’allevamento all’interno delle gabbie su tutto il suolo europeo. Ad essa hanno aderito 1 milione e 400 mila cittadini con la speranza di mettere finalmente fine a questa barbara pratica che porta alla sofferenza di 300 milioni di animali, di cui 45 milioni solo in Italia, tra cui polli, conigli e maiali. L’appello è stato accolto dal Parlamento Europeo che lo scorso 27 maggio ha adottato una risoluzione con 558 voti favorevoli, 37 contrari e 85 astensioni. Affinché ciò avvenga il Parlamento ha precisato che dovranno esserci dei presupposti da seguire: l’abolizione dovrà avvenire gradualmente e considerando le caratteristiche specifiche dei diversi animali.
Perché è importante abolire le gabbie negli allevamenti
L’eliminazione delle gabbie negli allevamenti è un traguardo storico non solo da un punto di vista etico, ma anche di sostenibilità ambientale, economica e di sicurezza alimentare e sanitaria. Da diversi anni molti documentari denunciavano le terribili condizioni di vita di centinaia di migliaia di animali all’interno degli allevamenti intensivi. La sporcizia e la scarsa igiene provocavano la morte inesorabile delle creature che spesso morivano senza mai vedere la luce del sole. Condizioni di vita che non si addicono a nessuna specie vivente di questo pianeta. Inoltre nel 2006 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha descritto gli allevamenti intensivi come «…uno dei fattori che maggiormente contribuiscono ai più gravi problemi ambientali attuali». Secondo Greenpeace le emissioni di gas terra degli allevamenti intensivi sono aumentata del 6% tra il 2007 ed il 2018 e rappresentano il 17% delle emissioni totali dell’Unione Europea.
Le alternative sostenibili alle gabbie negli allevamenti esistono
Alternative più sostenibili non mancano e sono già state messe in pratica da diversi allevamenti. Secondo Carlo Murer, responsabile benessere animale della aziende bio NaturaSì “gli animali devono avere la possibilità non solo di muoversi e di accedere liberamente ad aree di pascolo non cementate, ma anche di confrontarsi con gli elementi naturali, con l’acqua, la terra. Nel caso di polli e galline usiamo pollai mobili che consentono agli animali di accedere quando vogliono agli spazi aperti e di cambiare le aree dove razzolare. Si tratta di strutture su ruote che vengono spostate via via che i polli esauriscono l’erba da beccare. I bovini vengono allevati all’aperto, all’interno di mandrie. Ovvero organizzati sulla base di gerarchie sociali, cosa che negli allevamenti intensivi è del tutto dimenticata. Lo stesso per i suini che in alcune aziende sono cresciuti allo stato brado. Certo non tutte le razze sono in grado di sostenere questo regime di vita, bisogna scegliere le più adatte”.
Uno storico traguardo
“Questo risultato era impensabile soltanto due anni e mezzo fa, quando ho ospitato l’evento di lancio di questa Ice al Parlamento europeo”, racconta Eleonora Evi, eurodeputata di Europa Verde e presidentessa del gruppo di lavoro del Parlamento europeo per un allevamento libero dalle gabbie. “Grazie alla straordinaria mobilitazione di moltissimi cittadini in tutta Europa e al lavoro delle organizzazioni della società civile siamo riusciti a costringere le istituzioni europee a non guardare dall’altra parte. Ora vigileremo affinché la proposta della Commissione preveda un divieto all’uso delle gabbie per tutti gli animali da allevamento entro e non oltre il 2027, contrastando i tentativi di ritardare la transizione verso un’agricoltura più umana, che tratti finalmente gli animali come essere senzienti”.
Stop anche all’alimentazione forzata di alcune specie
Ma non è finita qua. Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di presentare un’altra proposta per vietare la crudele pratica dell’alimentazione forzata di anatre ed oche per la produzione del foie gras. Questo movimento di coscienze potrebbe avere un forte impatto sulle decisioni future che riguardano il futuro del nostro pianeta.
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