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Covid, la voglia di vacanze rallenta i vaccini: dati in calo e variante Delta in ascesa


L’estate e la corsa ai vaccini, in Italia, sembrano non andare particolarmente d’accordo. Nonostante il traguardo di un italiano su tre immunizzato (19,6 milioni) e il mantenimento delle somministrazioni quotidiane sopra quota 500mila, i dati dell’ultima settimana fanno registrare un calo rispetto a quella precedente. Come riporta l’Ansa, infatti, si è passati dai 3.832.469 dei sette giorni tra il 21 ed il 26 giugno ai 2.906.691 in quella che va dal 28 giugno al 4 luglio. È molto probabile che si resti nettamente sotto la quota della settimana precedente. La flessione riguarda soprattutto Pfizer. Resta poi il nodo dei circa 2,5 milioni di over 60 che ancora non hanno ricevuto alcuna dose.

Ad oggi sono 19.606.446 gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale, pari al 33% della popolazione. Le somministrazioni sono state finora 52.872.596, su 58.914.937 dosi arrivate (l’89,7%). Ma servono ancora due settimane ancora per capire un po’ di più gli effetti della variante Delta sui contagi Covid-19 in Italia. “Vediamo i dati fra 10-15 giorni e comunque l’uso della mascherina in questa fase resta fondamentale in tutte le occasioni di assembramento. Va sempre portata con sè”, dichiara all’Ansa l’epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi.


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“Una sola dose di vaccino non copre” da questa variante” e “lo dimostriamo come Campus Biomedico, insieme a Silvia Angeletti primario di patologia clinica, in un case report che sto preparando su una persona vaccinata con una sola dose che si è infettata con la variante Delta. Descriviamo questo caso e poi lo pubblichiamo”, annuncia Ciccozzi ricordando i dati di un recente rapporto del Public Health England per il quale l’efficacia è del 33% con le prime dosi di Pfizer e AstraZeneca contro la malattia sintomatica da variante Delta (B.1.617.2), tre settimane dopo la prima dose rispetto a circa il 50% di efficacia contro la variante inglese (B.1.1.7).

Da qui, dice Ciccozzi, la necessità di “migliorare e implementare il sequenziamento pur avendo recuperato dallo 0,5% al 2,5%, contro il 5% della soglia minima e contro quasi il 10% degli inglesi”. E su possibili scenari da qui a 15 giorni: “In questo momento i dati ci dicono che la variante Delta è entrata in Italia, non è ancora predominate e abbiamo dei focolai in varie regioni ma controllati, con una bassa incidenza che permette di tracciare. In sostanza noi ora corriamo al fianco del virus ma dobbiamo anticiparlo. Occorre stare molto attenti con la sorveglianza”.

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