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Green pass all’Università, tra favorevoli e contrari: è la scelta giusta?


Il green pass all’Università come strumento di difesa e prevenzione dal contagio. Così l’idea proposta dal Ministero dell’Università, guidato da Maria Cristina Messa, inizia a far discutere e crea opinione tra studenti, rettori e insegnanti. C’è chi lo ritiene fondamentale, per un incremento dei contagi che potrebbe arrivare da un momento all’altro, e chi invece non lo ritiene uno strumento valido.

Nell’università magari non lo possiamo introdurre in maniera così obbligatoria. Però incoraggiare la presenza senza bisogno di distanziamento a seconda dello stato vaccinale credo che sia corretto”, ha dichiarato la ministra Messa. La rappresentante del mondo universitario quindi afferma la non obbligatorietà della certificazione verde. Ma allo stesso tempo la ritiene utile per la vita di tutti i giorni e di chi vive il mondo universitario.

Ad esempio l’Università degli Studi di Milano (la Statale) ha deciso di non assegnare alloggi agli studenti che non avranno il green pass. Niente vaccino, niente alloggio. È questa la linea dura presa dall’ateneo meneghino. Mentre il rettore dell’Università di Trieste adopera la stessa linea della ministra: “L’obbligo di un green pass per accedere alle lezioni universitarie non credo sia corretto. Però ci dovrebbe essere la possibilità di tenerne conto”.


Leggi anche: Green pass all’Università, l’idea della ministra Messa: “Per il ritorno in ateneo”


Green pass all’Università, tra favorevoli e contrari

A breve, insieme all’Università, è stata portata al vaglio l’ipotesi di utilizzo del green pass per i trasporti a lunga percorrenza, come treni ed aerei. E’ una delle ipotesi che, secondo fonti di governo, sarà valutata in occasione della cabina di regia, prevista lunedì o martedì prossimi.

La misura ricorda il ‘certificato verde’ alla francese, con obbligo di vaccinazione per i viaggi a grande distanza, ma per il resto il ‘green pass Italia’ dovrebbe essere meno restrittivo di quello di Emmanuel Macron, che sta facendo discutere l’Europa intera.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”