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Pillola anti-Covid, ridotti decessi e ricoveri: ecco come funziona


L’azienda farmaceutica Merck sfida la ben più nota Pfizer con la sperimentazione della prima pillola anti-covid. Secondo i primi risultati, il farmaco ridurrebbe le ospedalizzazione e potrebbe essere efficace contro le varianti.

Il colosso tedesco Merck (in Italia MSD) accelera il processo per portare sul mercato la prima pillola per il trattamento e la cura del Covid-19: Molnupiravir. L’azienda farmaceutica ha infatti pubblicato i primi risultati della sperimentazione, i quali mostrano una riduzione del 50% del rischio di ospedalizzazione e decessi delle persone infettate dal coronavirus.

Pillola anti-Covid: come funziona?

Una piccola capsula marrone da assumere due volte al giorno per cinque giorni: sarebbe questa la somministrazione della prima pillola anti-Covid. Il nuovo antivirale orale agisce inibendo la replicazione di molti virus (tra cui quello della Sars- CoV-2) e funziona inserendosi nell’ Rna virale, causando delle mutazioni nel virus che determinano una vera e propria “catastrofe dell’errore virale”.  

Resiste alle varianti

A differenza dei vaccini o degli anticorpi, che prendono di mira proteine specifiche sulla superficie del virus, Molnupiravir altera il codice genetico del coronavirus. Ciò significa che potrebbe essere più resistente alle mutazioni e potrebbe persino funzionare su altri coronavirus o virus a RNA.


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La sperimentazione della pillola anti-Covid

La sperimentazione globale di Molnupiravir ha arruolato 775 persone (non vaccinate) che presentavano sintomi lievo o moderati del Covid-19. I partecipanti avevano, inoltre, almeno un fattore di rischio per l’aggravamento, come l’obesità o l’età avanzata, e hanno iniziato il regime farmacologico entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi. Lo studio di fase ha mostrato che il farmaco è in grado di ridurre del 50% il rischio di ospedalizzazione o morte.

L’impatto globale

La Merck ha annunciato che ben presto chiederà alla Fda di autorizzare l’utilizzo del farmaco negli USA il prima possibile. Tuttavia, l’impatto maggiore del farmaco potrebbe essere nel resto del mondo, dove la disponibilità di vaccini è bassa e i trattamenti con anticorpi monoclonali potrebbero essere poco pratici o non disponibili.

Pillola anti-Covid: lo studio di Pfizer   

Si tratta di una vera e propria sfida a colpi di ricerca tra le più grandi aziende mondiali. Infatti, anche Pfizer, dal canto suo, sta sviluppando un farmaco antivirale orale. Questa settimana ha annunciato di aver avviato uno studio clinico in una fase successiva per testare la capacità del prodotto capace di prevenire le malattie nelle persone esposte al coronavirus.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.