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Parla l’infermiere precario licenziato per un TikTok: “La mia vita è distrutta”- VIDEO


Sono bastati pochi secondi di reel per rovinare la vita di Genny, l’infermiere precario che da giorni è sulla bocca di tutti. In un breve video, postato su TikTok, il sanitario di 27 anni ha fatto dell’ironia sui clisteri e l’odore che producono i pazienti dopo l’uso.

Per i contenuti del video, l’azienda ospedaliera privata per cui ha lavorato per 6 mesi ha deciso di licenziare Genny. Contatto dalla pagina giovanile Webboh, il ragazzo si è lasciato andare, dichiarando che la sua vita è stata distrutta per un video comico di qualche secondo.

“Il mio scopo non era questo. Mi dispiace. Tornassi indietro, non lo rifarei. Voleva essere un video ironico, leggero, anche stupido se vogliamo. Sono stato licenziato per tre secondi di video, la mia vita è distrutta. In passato sono stato tre anni in ospedale, e la mia scelta di fare questo mestiere era nata per ricambiare all’amore che era stato dato a me. Non mi permetterei mai di offendere la figura né degli infermieri, né dei pazienti”.


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Parla l’infermiere precario licenziato per un TikTok

Adesso il 27enne ha disattivato il suo profilo su TikTok e anche gli altri social. “Sto ricevendo dei messaggi terribili, comprese le minacce di morte. Una cosa vorrei dire. Ci sono milioni di video dove colleghi – infermieri, anestesisti, tirocinanti, ginecologi, e chi più ne ha, ne metta – fanno dei video ironici sul loro lavoro, o al contrario video di pazienti che insultano i medici. Il web ne è pieno”.

E aggiunge: “Sono video leggeri, sicuramente, ma è il linguaggio di TikTok e quasi sempre ho preso spunto dai video di altri per fare i miei. Non ho mai mancato di professionalità sul posto di lavoro, e quei video avevano solo l’intenzione di ironizzare. Non sono video che mettono a repentaglio i miei pazienti, non lo farei mai. Perché sono stato colpito soltanto io?”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”