Nuove opportunità per i giovani studenti in ambito europeo. Dallo studio al lavoro. Nasce, infatti, un nuovo progetto volto a favorire colloqui ed eventuali assunzioni di giovani che lasciano il proprio Paese per andare all’estero. L’ambiziosa iniziativa, che prende il nome di Erasmus 2.0, è frutto dell’alleanza tra scuola, università e agenzie per l’impiego. Il nuovo Erasmus mette in campo risorse e possibilità maggiori per fare studiare i giovani in Europa, con l’obiettivo finale di scovare il lavoro là dove esiste davvero.
L’ Erasmus 2.0 si rivolge a una platea molto più ampia del passato. Si pensa, infatti, a circa cinque milioni di potenziali beneficiari attraverso un finanziamento che riguarderà un ingente numero di attività, tra cui non solo quelle relative all’istruzione, ma anche quelle riguardanti la formazione professionale, nonché le attività di volontariato.
Ma a quanto ammonterebbero i contributi Ue? Il finanziamento per il colloquio è di 200 o 300 euro a seconda che la distanza dalla propria città d’origine sia inferiore o superiore a cinquecento chilometri da quella in cui si fa il colloquio. Mentre il contributo per il trasferimento varia da Paese a Paese: si va da un massimo di 1200 euro per la Danimarca a un minimo di 600 euro per la Bulgaria.
Il programma ha già una struttura ben definita. Sono tre i cardini della ghiotta iniziativa: i giovani, i datori di lavoro e i servizi per l’impiego. Tutte le aziende possono partecipare al programma, ma solo le imprese con un massimo di duecentocinquanta dipendenti possono beneficiare di un sostegno finanziario Ue. Per i giovani studenti, invece, non c’è alcuna differenza. Unica barriera all’erogazione del finanziamento è la buona riuscita del colloquio all’estero.
La proposta made in Italy sarà al centro della prossima riunione del Consiglio dei ministri. A confermarlo è il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che ha precisato: «Il negoziato in corso è molto duro e mira all’utilizzo immediato di risorse per i giovani che escono dalla scuola e devono entrare in contatto con il mondo di lavoro. Sarà una specie di Erasmus per l’occupazione». Una soluzione al momento di forte crisi vissuta e un’alternativa importante, in attesa che il mercato interno del lavoro si sblocchi.