Ha davvero dell’incredibile l’esperienza vissuta da migliaia di giovani partecipanti alle prove di preselezione svolte tra il 30 novembre e il 2 dicembre per il concorso di Arpa Sicilia, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Come riporta il Fatto Quotidiano, infatti, per aggiudicarsi uno dei 57 posti disponibili, si sono presentati in 15mila. Dopo 15 giorni, però, la preselezione è stata cancellata e il bando è stato ritirato.
“Ci hanno detto che l’esito della prova sarebbe stato comunicato in tempi brevi, addirittura prima della festività dell’8 dicembre”, racconta Ivan Mirko Stanislao Tornesi, che ha partecipato alla prova per il settore amministrativo il 2 dicembre alle Ciminiere di Catania. “Effettivamente – continua al Fatto Quotidiano – si trattava di correggere elettronicamente con lettore ottico una prova di trenta quesiti a risposta multipla. Ma i giorni passano e finalmente, due giorni fa, a distanza di due settimane, viene pubblicata sul sito una comunicazione relativa al concorso. Tutte e tutti si aspettavano di poter consultare, finalmente, l’esito della prova. E invece si scopre già dal titolo, che il bando di concorso è stato revocato con decreto del direttore generale”.
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Il 31 luglio del 2020 venne pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il bando che offriva 57 posti a tempo indeterminato che spaziano da settore scientifico a quello amministrativo. La data per la preselezione viene fissata alla fine di novembre del 2021, le sedi per le selezioni saranno Catania e Caltanissetta. Il 27 ottobre, però, la sorpresa: viene pubblicato un avviso integrativo secondo il quale i dipendenti sono esonerati dalla preselezione. Ma dopo appena 24 ore l’Arpa fa marcia indietro e il 28 viene pubblicato un nuovo avviso per annullare il precedente. L’integrazione e la successiva revoca erano state firmate dal direttore amministrativo di Arpa Sicilia, Pietro Maria Testaì, dopo una riunione con i sindacati il 21 ottobre del 2020, in cui si era pattuito l’esonero per gli interni.
“Chiediamo che i dipendenti in servizio vengano esonerati dal sostenere le prove preselettive, dando attuazione a quanto convenuto in sede di riunione sindacale del 21 ottobre 2020”, scrive Marco Corrao, segretario generale della Fp-Cisl Sicilia. Così, dopo le missive dei sindacati, il direttore generale Vincenzo Infantino annulla tutto e scatena l’ondata di ricorsi.
“Ritenuto che il principio di buon andamento impone alla pubblica amministrazione di operare in modo chiaro e lineare – si legge nella revoca – in modo tale da fornire ai candidati regole di condotta certe sicure, soprattutto quando da esser possano derivare conseguenze negative”, e “considerato che il blocco della procedura concorsuale avviata, per effetto dei possibili ricorsi, pregiudicherebbe l’Agenzia nello svolgimento dei compiti istituzionali assegnati dalla legge, stante che la stessa è a corto di personale (le risorse umane attualmente impiegate sono nettamente sottodimensionate rispetto alle previsioni del piano dei fabbisogni)”, revoca “in autotutela” e riservandosi di “ribandire lo stesso”. Il concorso dunque prima o poi si farà?