“Sapete cosa è successo lo scorso weekend? Quattro defezioni tra i ragazzi della brigata, da gestire all’ultimo minuto, e nessuno disposto a sostituire. Così a cucinare siamo rimasti io e il mio braccio destro: 45 anni io, 47 lui”. In questo modo Alessandro Borghese è tornato a rilevare a gran voce la fatica riscontrata nel reclutare personale nei suoi ristoranti.
Questa volta il suo pensiero finisce sul Corriere della Sera, a distanza di qualche mese dalla prima denuncia che sollevava il problema. “Oggi chi si affaccia a questa professione vuole garanzie” commentava lo scorso ottobre, “Stipendi più alti, turni regolamentati, percorsi di crescita. In cambio del sacrificio di tempo, i giovani chiedono certezze e gratificazioni”.
La questione che è stata nuovamente affrontata oggi dallo chef e personaggio televisivo: “Vuoi diventare Alessandro Borghese? Devi lavorare sodo. A me nessuno ha mai regalato nulla“, ha raccontato in una nuova intervista.
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Borghese: “I giovani non hanno voglia di lavorare”
“Mi sono spaccato la schiena io, questo lavoro che è fatto di sacrifici e abnegazione. Ho saltato le feste di compleanno delle mie figlie, gli anniversari con mia moglie. Ho nuotato con una bracciata sempre avanti agli altri perché amo il mio mestiere”.
Poi l’appunto sui ragazzi di oggi, a suo dire, meno inclini al sacrificio: “Oggi i ragazzi preferiscono tenersi stretto il weekend con gli amici”, ha affermato: “E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi sente arrivato e la pretesa di ricevere compensi importanti da subito”.